Tragedia Jesolo, i giovani che si sono tuffati per salvare le vittime: “Erano immobili”

19 Luglio 2019 - 18:36

Tragedia Jesolo, i giovani che si sono tuffati per salvare le vittime: “Erano immobili”

Tragedia Jesolo, i giovani che si sono tuffati per salvare le vittime: “Erano immobili”

La notte dell’incidente costato la vita a quattro amici di Jesolo altri giovani, cinque ragazzi di origine kosovara, hanno tentato l’impossibile per salvare quei ragazzi finiti in un canale con l’auto dopo aver trascorso una serata insieme. E a loro è andato il ringraziamento del governatore Luca Zaia, che ai funerali allo stadio dei quattro amici li ha cercati per stringere la mano a ognuno di loro.

Laurat Hoti, trenta anni, e Florim Bytyci, trentotto anni, di Mestre, non hanno esitato a tuffarsi e a recuperare i corpi di Eleonora, Giovanni e Leonardo mentre Riccardo rimaneva incastrato in auto. Gli altri, Lulzim Bytyci, Ilir Lekaj, Burim Kuci, li hanno aiutati dalla riva. Il Corriere del Veneto riporta le parole dei cinque soccorritori, che purtroppo non hanno potuto salvare i quattro giovani: “Chiunque avrebbe fatto lo stesso. In quel momento non pensi, ti butti…solo speravamo di poterli salvare”.

I soccorritori: “Alla cieca li abbiamo toccati, erano immobili” – I cinque amici la sera della tragedia di Jesolo si erano incontrati per festeggiare l’arrivo dalla Svezia di uno di loro e poco dopo l’arrivo dei soccorsi se ne sono andati in punta di piedi. Solo dopo hanno risposto all’appello di Paolo Diral, il papà di Giorgia, l’unica sopravvissuta della tragedia le cui urla riecheggiano ancora nella loro testa. “Lei era riuscita a uscire e urlava ‘aiutate i miei amici’.

Ci abbiamo provato, abbiamo sperato davvero ma era buio, l’acqua mista al fango – ha spiegato Laurat – non si vedeva niente”. “Davvero chiunque avrebbe fatto lo stesso, è solo istinto – ha detto ancora Laurat – è ancora piccolo ma ho pensato a mio figlio”. “Ci abbiamo messo un po’ a forzare le portiere, poi alla cieca li abbiamo toccati, erano immobili”, hanno detto ancora.

Fonte: http://www.fanpage.it/

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