La Grecia è in lutto per lo scontro ferroviario avvenuto martedì notte presso Larissa, che ha causato la morte di 57 persone. Tuttavia, tra la tragedia emerge una storia di speranza, quella di Andreas Alikaniotis, un giovane promessa del nuoto di 20 anni che si trovava nella seconda carrozza del treno passeggeri coinvolto nello scontro. Invece di fuggire, il ragazzo ha rotto a mani nude i vetri dei finestrini e ha aiutato le persone a uscire, salvando almeno dieci persone.
La dottoressa dell’ospedale di Larissa che ha assistito Andreas ha descritto il ragazzo come un “angelo in terra” e un eroe che ha messo a rischio la propria vita per salvare gli altri. La sua azione ha dimostrato che la nuova generazione di greci ha gentilezza, principi ed etica.
Nonostante la speranza rappresentata dalla storia di Andreas, la rabbia cresce tra le famiglie delle vittime, i sindacati e tutta la società greca. La tragedia è stata imputata a scarsa manutenzione, strutture vecchie e personale insufficiente. Il capostazione di Larissa, un 59enne con poca esperienza, è il primo e finora unico imputato. Tuttavia, molti lo ritengono poco più di un capro espiatorio per un sistema che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza, causando il peggior incidente ferroviario della storia greca.
Oltre alla mancanza di sistemi automatici e segnali luminosi funzionanti, è emerso che sul convoglio passeggeri diretto a Salonicco, che si è scontrato frontalmente col merci che andava a Larissa, viaggiavano più persone del consentito.
Molti di loro erano studenti che rientravano da Atene dopo le festività del Carnevale greco ortodosso.
Mentre nella Valle di Tebi le operazioni di soccorso procedono con difficoltà attraverso l’utilizzo di gru per sollevare le lamiere dei vagoni accartocciate dall’impatto frontale e fuse dalle fiamme, ad Atene e in altre città la protesta è esplosa. La società greca chiede giustizia per le vittime e un cambiamento radicale del sistema ferroviario, affinché tragedie come questa non accadano mai più.