La sigla Kr70M6 sulla bara del piccolo Akef non racconta l’intera storia di questa tragedia, ma racchiude comunque un bilancio di dolore e disperazione per tutte le famiglie coinvolte. Il naufragio avvenuto al largo di Steccato di Cutro ha causato la morte di 70 persone, tra cui almeno 16 bambini, mentre molti altri sono ancora dispersi.
Akef, il bambino trovato morto tre giorni fa, è solo uno dei tanti nomi che si potrebbero elencare tra le vittime di questa terribile tragedia. Tutta la sua famiglia è stata inghiottita dal mare: il padre Zaboullah, la madre Mina e i fratellini Hassif e Afir, quest’ultimo ancora disperso.
Grazie alle foto e alla sola scarpina che indossava, Akef è stato riconosciuto dai suoi zii Youssef e Leyla, arrivati dalla Germania appositamente per identificare il piccolo corpo senza vita. Una triste conferma di quanto sia importante l’aiuto dei familiari per le operazioni di identificazione delle vittime.
Ma nonostante le dolorose perdite, le ricerche dei dispersi proseguono incessantemente. Decine di volontari perlustrano l’ampio tratto di spiaggia interessato dal naufragio, mentre in mare sono al lavoro unità della Guardia Costiera per individuare eventuali superstiti.
Il bilancio della tragedia è ancora in via di definizione, e il numero dei dispersi varia tra 26 e 46. I superstiti, invece, sono 79, tra cui anche alcuni bambini ancora ricoverati in ospedale, due dei quali nel reparto di pediatria dell’ospedale di Crotone.
È difficile trovare le parole giuste per esprimere la profonda tristezza che si prova di fronte a una simile tragedia. Tuttavia, la solidarietà e l’impegno dei volontari e delle forze dell’ordine coinvolti nelle operazioni di soccorso e ricerca ci ricordano che, di fronte alla tragedia, c’è sempre spazio per la speranza e per la generosità umana.