Martedì 14 dicembre 2021 esce il vinile omonimo Totò Poetry Culture un 45 giri che contiene 2 tracce
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sul lato A c’è Malafemmena
[versi di Antonio de Curtis – musiche di Lello Tramma]
sul lato B c’è Mizuzzina
[versi di Gianni Valentino – musiche di Lello Tramma]
una sorpresa inedita ispirata all’amore straziato che fu Diana la malafemmena
Debutto live domenica 12 dicembre nella Basilica di Santa Maria Maggiore per *AtenArte*
TOTÒ POETRY CULTURE è il duo composto dal poeta-performer Gianni Valentino e dal musicista-producer Lello Tramma che rielabora la produzione poetica del
Principe in un arcobaleno di musica elettronica. Proprio per celebrare il 70° compleanno di “Malafemmena” [1951-2021] il duo ha pubblicato l’11 agosto il videoclip
del primo episodio di questa narrazione, il mashup “Core analfabeta / Ammore perduto”. Lo scorso 2 novembre, all’Auditorium Novecento Napoli, Valentino e Tramma hanno
tenuto lo showcase di presentazione e martedì 23 novembre, tra atmosfere edm-dub-funk-house- electro, il duo è tornato con un nuovo videoclip, “Che me manca”,
ambientato nelle lande d’Irpinia, e con un poker di nuove tracce distribuite sulle piattaforme digitali: da “Che me manca” a “’A cchiù sincera”, da “Voglio bene ê
femmene” a “’A ‘nnammurata mia”. Da martedì 14 dicembre 2021 arriva finalmente un vinile a tiratura limitata di 100 copie con 2 tracce su etichetta Vibrartsound.
Sul lato A del 45 giri è incisa la Malafemmena elettronica. Sul lato B appare invece l’inedito Mizuzzina. Così Totò aveva soprannominato, nell’intimità, la sua
signora Diana. Colei a cui dedicò – settant’anni fa – Malafemmena. Il vinile è stato registrato al TraMusic Studio di Frattamaggiore nella primavera 2021, il
mastering è di Enzo Soulfingers Rizzo. In copertina c’è un frammento dell’area ex Italsider del quartiere napoletano Bagnoli (la foto è uno scatto di Gianni Valentino) e il concept grafico & artwork è di Tonia Peluso.
Valentino e Tramma presenteranno in anteprima le tracce del vinile nel primo concerto ufficiale dell’avventura Totò Poetry Culture domenica 12 dicembre ad
“AtenArte” nella 700sca Basilica di Santa Maria Maggiore di Atena Lucana (Salerno – ore 19, ingresso libero).
link Spotify > open.spotify.com/album/5NuDRxyDzDSJ7uHbmhy0Eq?si=__fW3riJQiaGy89JeVaghA&nd=1
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contatti: totopoetryculture@gmail.com +393475491215
Antonio de Curtis, più noto con lo pseudonimo Totò, è stato autore di decine di poesie: amorose, familiari, sociali. E di alcune memorabili canzoni. La sua
maschera al cinema e a teatro ha però – spesso e involontariamente – allontanato gli ammiratori, addirittura i più devoti, dai versi che ha firmato in autonomia
creativa e che solo più tardi sono stati compresi nella loro dimensione, nella passione e nella profondità. C’è un senso ritmico e musicale innato – pur essendo
egli analfabeta di pentagramma – nell’artista napoletano e il progetto Totò Poetry Culture ne rigenera le fonti e lascia che queste risorgano proprio
nell’anno del 70° anniversario di quel monumento all’amore maledetto e disgraziato: Malafemmena. Dal focus rétro dedicato esplicitamente alla signora*moglie
Diana Bandini Rogliani, che Totò soprannominava affettuosamente Mizuzzina, l’avventura musicale si irradia con una serie di esperimenti digitali e analogici
abbinati alle liriche di Totò (i versi sono raccolti nel libro Antonio de Curtis IL PRINCIPE POETA a cura di Elena Anticoli de Curtis e Virginia Falconetti – Colonnese editore).
“Poesia e musica elettronica trovano la loro simbiosi”, racconta Gianni Valentino, ideatore del progetto e voce recitante/performer per Totò Poetry
Culture. “Lo spoken word e il groove sonoro sono stati creati all’unisono. Non si trattava di comporre le musiche e, dopo, in maniera passiva, interpretare i versi come
fosse una canzone. Né viceversa. Abbiamo lavorato esotericamente in studio e anche distanti, nelle rispettive abitazioni. Senza sosta. Rapiti da questa voragine
poetica, scambiandoci quintali di musica e trovando le soluzioni più sensate e equilibrate che una avventura del genere possa esigere. In un frangente di tenebre
umane, sociali, spirituali e creative, innescate specialmente dal secondo lockdown Covid, l’arrivo di questa idea è stata una luce miracolosa per rialzarmi”. Dal canto
suo, Lello Tramma sostiene: “Dopo venti anni di produzioni, album, concerti, collaborazioni con artisti italiani e internazionali, sono felice di aver
partecipato finalmente a un progetto nel quale non ricopro il ruolo del leader in primo piano. Mi fa sentire più rilassato e pure più responsabile perché sono cresciuto
musicalmente e sono più consapevole. Talvolta è piacevole restare leggermente dietro le quinte. Sempre a suonare”.
BIO.
LELLO TRAMMA. Musicista | cantautore | producer | compositore | ricercatore.
Chitarrista classico, già dall’infanzia, e successivamente studioso di chitarra jazz e
chitarra moderna nel segmento della scuola napoletana. Infine sperimentatore dell’universo rock e elettronico. A 20 anni, nell’hinterland napoletano, fonda i
Palkoscenico, band elettro-dub-rock. Ne diventa il frontman nonché autore dei testi e con il gruppo realizza quattro album – “Palkoscenico; “Sguardo attento”; “Press
Loud” e “Rockmatik” – in collaborazione con Madaski, Dean Bowman (Screaming Headless Torsos, John Scofield, Lester Bowie, Don Byron), Shaone, Zion Train. Nei tour
nazionali e internazionali che seguono, condivide il palco e i festival con Khaled, Roy Paci, Africa Unite, Francesco De Gregori, Elio e le storie tese, Caparezza,
Linea 77, Enzo Avitabile, Motel Connection, Max Gazzè. Già operaio in una fabbrica di tessuti e abiti femminili, quindi laureato in Sociologia
all’università Federico II di Napoli con una tesi a indirizzo antropologico che gli ha permesso di esplorare molteplici ricerche di carattere etno-musicologico:
dalle origini agli sviluppi culturali dei linguaggi musicali, sia tradizionali sia moderni. Ha realizzato colonne sonore per cortometraggi e per spettacoli teatrali.
Nel 2018 ha pubblicato il suo primo album solista, “Faccio un giro in tram”, collage di racconti autobiografici che mescolano suoni acustici e sintetici. Ha due figlie: Giovanna e Raffaella.
GIANNI VALENTINO. Poeta-performer | autore-scrittore | consulente musicale per cinema e tv | p.r. manager.
Ha pubblicato la raccolta di poemetti “Le
piume degli angeli scemi” (2015) e l’inchiesta-reportage “io non sono LIBERATO” (2018). Ha ideato/diretto il progetto “Senso VIVIANI”. Ha realizzato
documentari musicali – “Gli Squallor” (regia di Michele Rossi e Carla Rinaldi) e “Neapolis Rock Festival: decennale” (co-regia con Francesco Lucca) – e la rassegna
“Video_Sens_Action!” (ospiti Julien Temple, Jovanotti, Uwe Flade). Ha composto la lettera “Figlia” per il progetto espositivo multimediale “Le stanze” di Other Size
Gallery di Milano. È stato ritratto dal foto/graffitista JR per l’installazione “The Chronicles of New York City” al Brooklyn Museum. Ha realizzato performance
poetiche a Barcellona e a New York. Con il set “Rapsodie electrofisiche” si è esibito al “Pomigliano Jazz Festival” in quartetto con Marco Messina, Sacha Ricci e Loredana
Antonelli quale opening act per Matthew Herbert. Ha ideato “Ouverture Oum” al Museo Madre di Napoli in omaggio alla video-artist iraniana Shirin Neshat e alla
cantante egiziana Oum Kulthum in trio con Raiz e Paolo Polcari. Ha scritto il concerto recitato “E per loro – Suite per schiavottelli e violoncello” con il
musicista Davide Maria Viola e ha ideato/messo in scena “l’Arancia” ispirata al “Diario dal carcere” del pittore Egon Schiele con il dj Chemical Mamo. È stato
diretto da Edoardo De Angelis nell’episodio “Magnifico Shock” del film “Vieni a vivere a Napoli”.