Dopo il terremoto di magnitudo 4.8 sulla scala Richter verificatosi nella notte a Catania sono in corso le analisi da parte dell’INGV per chiarire i contorni di questo fenomeno così intenso e scongiurare eventuali nuovi rischi per la popolazione. Il direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Eugenio Privitera, come riportato dal Corriere ha dichiarato:”Non si può escludere che ci sia un collegamento con il vulcano. Il sisma si è originato ad una profondità tra i 5 e 7 chilometri, simile a quella di altri verificatisi negli ultimi tempi. Con la rete Gps e dei sensori geofisici stiamo seguendo una fase di rigonfiamento del vulcano. Per questo ci possono essere dei processi di ricarica del magma che provocano una reazione delle rocce. Però dobbiamo indagare più a fondo per capire se effettivamente esiste un legame con l’Etna”. A confermare questa possibilità è stato Alessandro Amato dell’INGV:”Stiamo approfondendo lo studio del sisma che questa notte si è manifestato nella zona di Catania con una magnitudo di 4.8 della Scala Richter. E ci muoviamo in due direzioni controllando prima di tutto se non vi sia il coinvolgimento vulcanico dell’Etna. L’alternativa – ha detto – è che si tratti di un movimento locale, di un assestamento di faglie”. (agg. di Dario D’Angelo)
Terremoto Catania. Ultime notizie, INGV: “Non si può escludere coinvolgimento dell’Etna”. Danni e feriti
6 Ottobre 2018 - 18:28
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