Terminato il CdM,legge di bilancio definita: stop al reddito dal 2024 per chi può lavorare

21 Novembre 2022 - 21:23

Terminato il CdM,legge di bilancio definita: stop al reddito dal 2024 per chi può lavorare

“La manovra è chiusa.Siamo soddisfatti, ci sono le misure chieste dalla Lega”: così Matteo Salvini lasciando la Camera dove, prima del Cdm, c’è stato il vertice di governo sulla manovra. La legge di bilancio sarà “coraggiosa”. Questo l’aggettivo usato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo a chi gli domandava se sarà una manovra timida. Arrivando alla Camera per il vertice, Giorgetti ha risposto con un “no” a chi gli chiedeva se ci sono dissidi nella maggioranza. “Cosa faremo sul reddito di cittadinanza? Lo decide il Consiglio dei ministri. Aspettate, il Cdm è tra un’ora”, spiega poi Giorgetti, lasciando il vertice di governo alla Camera sulla manovra. “Ci sarà un aumento delle pensioni minime, si va nella giusta direzione”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

REDDITO DI CITTADINANZA – “Il Reddito di cittadinanza verrà riformato così come avevamo annunciato, c’è un anno transitorio nel quale comunque tutte le persone in difficoltà saranno tutelate, chi non è in grado di lavorare avrà piena tutela e chi è in grado di lavorare invece avrà una riduzione dei mesi di sostegno, si porterà da 12 a otto mesi”. Lo dice il sottosegretario per l’attuazione del programma Fazzolari, entrando a Palazzo Chigi. “Dal 2024 – aggiunge – rivedremo l’intero sistema, lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi è in grado di lavorare”. “Non abbiamo mai voluto riformare il Reddito di cittadinanza per fare cassa, non era quello il senso”, spiega Fazzolari, rispondendo a chi fa notare che rispetto a quanto preventivato nei giorni scorsi, questo tipo di stretta consentirà di risparmiare meno risorse. “Il senso è ottimizzare le risorse a sostegno dei bisognosi e ottimizzare le risorse per l’inserimento nel mondo del lavoro – aggiunge -. È quello che vogliamo fare, a prescindere dalla questione di cassa. Le risorse per fare una legge di bilancio seria le abbiamo trovate, e infatti è quello che stiamo facendo”.

Il taglio andrà interamente ai lavoratori. Secondo l’ultimo orientamento, sarà di 2 punti (in continuità con quanto previsto dal governo Draghi) per i dipendenti con redditi fino a 35mila euro, e di 3 punti per quelli fino a 20mila euro.

IN PENSIONE A QUOTA 103 – Addio legge Fornero, la soluzione ‘ponte’ per il 2023 è una quota 41 con il paletto di 62 anni. Nel prossimo anno il governo conta di realizzare un riforma organica. Il pressing di FI dovrebbe produrre l’aumento delle pensioni minime.

FLAT TAX – Confermato il regime forfettario per gli autonomi, con la soglia massima che va da 65mila a 85mila euro. Non sono state trovate le risorse per una flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti.

CONTRO IL CARO-BOLLETTE – Un “mix di aiuti” per coprire i primi tre mesi del 2023. Conferma per bonus sociale e crediti di imposta, con aliquote più vantaggiose per le piccole attività (dal 30% al 35%) e le imprese (dal 40% al 45%).

SCONTO SUI CARBURANTI – Dal primo dicembre si riduce, quasi dimezzandosi. Si passa, a dicembre, da uno sconto al distributore di 30,5 a 18,3 centesimi.

SOSTEGNI ALLA FAMIGLIA – Aumenta l’assegno unico familiare (la proposta è di raddoppiare da 100 a 200 euro la maggiorazione per i nuclei con 4 o più figli e di garantire 100 euro in più per i figli gemelli) e c’è un intervento sui congedi famigliari.

CAMBIA LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI – Prendendo a riferimento il regolamento Ue, gli extraprofitti si misurano sugli utili, e l’attuale aliquota al 25% viene innalzata al 30-33%.

RAZIONALIZZAZIONE DELLE TAX EXPENDITURES – Si rivede il décalage che ora riduce il valore di alcuni sconti fiscali al crescere del reddito. Negli ultimi giorni è stato studiato un abbassamento delle soglie che farebbe scattare le riduzioni a partire da 60mila euro per arrivare all’azzeramento a 120mila euro.

RAZIONALIZZAZIONE BONUS EDILIZI – È attesa nel decreto fiscale collegato: seguirebbe la stretta sul superbonus inserita nel dl Aiuti quater.

TREGUA FISCALE – Cancellazione per le cartelle fino al 2015, al di sotto dei mille euro e riduzione di sanzioni e interessi, con rateizzazione in 5 anni, per le altre. Pare accantonata l’ipotesi della ‘voluntary disclosure’ sui capitali all’estero.

TETTO AL CONTANTE – Dal primo gennaio aumenta a 5mila euro.

AIUTI ALLE MARCHE – Sono stanziati 200 milioni di euro per la regione colpita dall’alluvione di settembre. Altri 200 milioni sono autorizzati con un decreto atteso in Consiglio dei ministri.

PONTE SULLO STRETTO – Viene riattivata la Stretto di Messina spa, in liquidazione da nove anni, nata nel 1981 per la realizzione del Ponte fra Sicilia e Calabria.

Fonte: Ansa