Circa 500.000 biglietti aerei dalla Cina al Giappone sono stati cancellati dopo l’avviso di Pechino che ha sconsigliato ai suoi cittadini di recarsi in Giappone.
La situazione è una diretta conseguenza di un’escalation politica innescata dalle parole di Sanae Takaichi, neo-premier giapponese. Durante un’interrogazione parlamentare, la premier ha dichiarato che un eventuale attacco cinese contro Taiwan rappresenterebbe una minaccia esistenziale per il Giappone.
Di fatto, la Cina considera Taiwan un territorio da riannettere ed è la prima volta che il Giappone si schiera in modo così netto rispetto alla questione da quando nel 2021, Shinzo Abe, allora già ex primo ministro, aveva dichiarato che il Giappone e gli Stati Uniti “non potrebbero stare a guardare” in caso di attacco contro Taiwan.
In realtà, le parole della premier sono state solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Erano già prima ben note le sue posizioni sul tema e, poco prima delle elezioni, si era recata a Taiwan dove aveva incontrato Lai Ching-te, presidente taiwanese.
L’avviso di Pechino di sconsigliare viaggi in Giappone ai suoi cittadini, proponendo un rimborso totale dei biglietti, potrà avere gravi conseguenze sul turismo giapponese e, più in generale, sulla sua economia. Si teme il ritorno a una crisi analoga a quella del 2012 quando, a seguito della nazionalizzazione giapponese di tre isole contese, in Cina scoppiarono disordini e proteste con conseguenti tensioni non solo economiche ma anche militari tra i due Paesi.
Fonti: RSI, ANSA