L’11 settembre 2025 segna una nuova escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina, con gravi ripercussioni sulla sicurezza europea. La Polonia ha denunciato la violazione del proprio spazio aereo da parte di droni russi partiti dalla Bielorussia, sostenendo che l’obiettivo fosse un centro militare nella regione di Lublino. Il premier polacco Donald Tusk ha parlato apertamente di “atto di aggressione”, annunciando limitazioni al traffico aereo e invocando l’articolo 4 della NATO, che prevede consultazioni tra alleati in caso di minaccia alla sicurezza.
Mosca ha respinto le accuse definendole infondate, ma la comunità internazionale ha reagito con preoccupazione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco un pericoloso precedente per l’Europa. Da Roma, la premier Giorgia Meloni ha condannato l’episodio come una “violazione inaccettabile dello spazio aereo NATO”, mentre il presidente Sergio Mattarella ha richiamato alla prudenza, evocando lo spettro di escalation simili a quelle del 1914.
Anche la Spagna ha convocato l’incaricato d’affari russo, ribadendo la necessità di fermezza e dialogo. La Commissione europea ha intanto annunciato una nuova tranche di aiuti macrofinanziari da un miliardo di euro all’Ucraina, parte di un pacchetto complessivo da 18 miliardi.
Nel frattempo, la Russia ha avviato nuove esercitazioni militari con la Bielorussia, definite “di routine” dal Cremlino, mentre l’Unione Europea, per bocca di Kaja Kallas, avverte che la guerra potrebbe durare almeno altri due anni. Il presidente polacco Nawrocki ha infine dichiarato che l’attacco era un test per misurare la reazione di Varsavia e della NATO.
La situazione rimane tesa e imprevedibile, con un rischio di conflitto allargato che, secondo molti osservatori, non è mai stato così alto dalla fine della Seconda guerra mondiale.
fonte fanpage