Napoli, 08 marzo- Era il 16 marzo del 1933 quando Umberto II di Savoia, erede al trono d Italia, uscì dal Palazzo Reale di piazza del Plebiscito per recarsi al Vomero.
L’ occasione gli venne data per andare all’ inaugurazione del cinema teatro Diana, che apriva i suoi spazi in via Luca Giordano, una delle principali strade del quartiere collinare di Napoli, che iniziava a trasformarsi in un elegante centro abitativo con tanti bei palazzi che sarebbero stati scelti dalla borghesia
napoletana per andarci a vivere, e fu in questa ottica che l’ imprenditore Giovanni De Gaudio realizzò che il nuovo quartiere aveva bisogno di un punto di aggregazione, come poteva essere solo una sala da spettacolo. Fu così che decise di far costruire su un pezzo di terreno da lui acquistato un palazzo con annesso il Diana.
L’apertura della sala vomerese incontrò sin da subito il plauso dei tanti vomeresi e non solo, che si recavano nel nuovo spazio per assistere ad una proiezione cinematografica preceduta da un varietà o da una farsa. Il Diana funzionava anche d’ estate grazie al fatto che la sua cupola era apribile e
pertanto nei mesi estivi veniva aperta per far entrare l’aria fresca e pulita della collina vomerese. Sulle tavole del suo palcoscenico iniziarono subito a recitare i nomi più importanti del teatro italiano ad iniziare da Totò, Nino Taranto, i fratelli Maggio, i De Filippo che proprio al Diana, dopo una furiosa litigata, decisero di proseguire ciascuno per la propria strada. Dal dopo guerra la sala
vomerese venne utilizzata principalmente come cinematografo, per tutti gli anni 50 e 60 questo tipo di spettacolo richiamava sempre tantissimi spettatori, ma nonostante il grande successo dei film, di tanto in tanto il sipario di velluto si riapriva su spettacoli di prosa o varietà che venivano ospitati soprattutto nei fini settimana. Poi quando la frequenza del pubblico iniziò a scemare, per la
concorrenza dei canali televisivi privati che iniziarono a trasmettere tanti bei film, la direzione del teatro, che nel frattempo era passata all’ indimenticabile Mariolina De Gaudio ed a suo marito Lucio Mirra, decise dal 1978 di utilizzarlo soprattutto come teatro alternando solo con qualche buon film.
Tale decisione si mostrò vincente sul pubblico, tanto che dal 1980 il Diana divenne solo ed esclusivamente la casa del buon teatro ospitando i più grandi nomi dello spettacolo come Lina Sastri, Giorgio Gaber, Alberto Lionello ed Erika Blank, Alighiero Noschese, Erminio Macario e Rita Pavone, Mariangela
Melato, Ornella Vanoni, Milva, Mariano Rigillo, Christian De Sica, Massimiliano Gallo, Marcello Mastroianni (dopo un mese dall’ ultima replica tenuta al Diana morì), Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli, Hater Parisi, Elio Pandolfi, Vittorio Gassman e tantissimi altri ancora.
L ‘altra sera per festeggiare l’ importante traguardo raggiunto dalla sala vomerese di proprietà della famiglia Mirra è stata organizzata una serata evento che ha visto come protagonista lo scrittore Maurizio De Giovanni che ha letto una quindicina di suoi monologhi intervallati da filmati nei quali compariva Giorgio Gaber. In sala il pubblico delle grandi occasioni ad iniziare
dal prof. Gaetano Manfredi sindaco di Napoli e dall’ assessore Teresa Armato. Tra i tantissimi , accolti dalla famiglia Mirra, ho visto Gino Masolini, Bianca Dantonio, Cinzia Biraghi, Gigi Di Fiore con Marina, Pasquale e Gabriella Esposito, Luigi ed Annie Grispello, Enzo Di Martino, Sergio Pallotta e Monica Sarnelli, Enzo ed Annalisa De Paola, Giuliana Gargiulo ed ancora Lino Ranieri
ed Anna Paola Merone, Cristina Cennamo, Laura Caico, Emanuela Sorrentino, Antonio ed Annamaria Bassolino, Luciano e Silvana Schifone, Dino Falconio, Giacomo Rizzo, Sal da Vinci, Nunzia Schiano, Maria Rosaria Nessuno che ricordava quando con un gruppo di giovane amiche tirarono giù dal palco Gianni Morandi, loro grande iddolo.
Al termine della serata il sindaco di Napoli ha consegnato una targa ricordo alla famiglia Mirra formata da Lucio con i figlioli Claudia, Guglielmo e Giampiero.