Supercoppa in gioco domani sera tra Napoli e Juventus. Mi vien quasi voglia di dire: Chissenefrega! Occhio e testa solo al campionato, dove per il Napoli nulla è davvero scontato.
Ma si gioca per il prestigio. Per la quarta volta è sfida tra il Ciuccio e la Zebra. Si gioca per vincere e per l’autostima. Le due squadre più discontinue della stagione.
Il Napoli, dopo un periodo di magra, splendido splendente contro la Fiorentina. La Juve, dopo tre vittorie consecutive, annichilita nel gioco e nel risultato dall’Inter.
Pronostico? Nessuno. Unica certezza: gara nervosa, tesa, sul filo del rasoio. Non ci dice niente di buono per gli azzurri la designazioni di Valeri. Gattuso, forse, ha una squadra più organizzata.
Pirlo ha poco gioco e idee, ma uomini di classe ed energie mentali più del Napoli. Fanno testo i risultati di domenica? A nostro avviso assai poco. Le due squadre si distinguono soprattutto per le incertezze e le amnesie anche a distanza di una sola gara.
Perché si va in campo ogni tre giorni. E la stanchezza, mentale prima che fisica, annebbia le idee e la visione della porta a Ronaldo come a Insigne. Il Napoli vuole confermarsi squadra e collettivo di rango.
La Juve vuole dimostrare che il vuoto cosmico del Meazza è stato solo un episodio. Difficile che i bianconeri sbaglino due gare di seguito. Non è certo che il Napoli confermi la bella prova vista contro la Fiorentina.
Partita incerta, con la Juve leggermente favorita. Ma Covid e assenze penalizzano di più i torinesi. La difesa non è più il punto di forza. Bonucci non è più insuperabile. Chiellini è fresco di recupero e lo sforzo contro Lukaku potrebbe pesargli.
Il centrocampo, incompleto, filtra quasi nulla. Gattuso potrebbe aver trovato la quadra giusta con Demme e Bakayoko al centro. E Zielinski libero come una farfalla.
Dovrebbero saltare i nervi ai bianconeri. Magari con un gol immediato di Lozano o Zielinski. Forse la Juve è favorita. Gli azzurri all’attacco con giudizio hanno un solo dovere: quello di provarci contro la zebra zoppicante che soffre la vicinanza del ciuccio e un po’ sta perdendo la testa.
Sergio Curcio