Una suora inginocchiata di fronte ai militari nel pieno della repressione contro i giovani manifestanti: lo scatto divenuto virale in queste ore arriva dal Myanmar e vede la religiosa suor Ann Nu Thawng tentare di “opporsi” all’avanzata dei poliziotti.
La suora cattolica è scesa in strada nella città di Myitkyina, capitale dello stato Kachin, nel Nord del Mynamar, supplicando in ginocchio le forze di sicurezza di non sparare sui giovani manifestanti che proteste pacifiche.
La foto che ritrae suor Ann Nu Thawng, della congregazione religiosa di San Francesco Saverio, istituto di diritto diocesano di Myitkyina, è stata postata ieri (diventando virale) sui social dal cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon ed è diventata l’immagine simbolo delle manifestazioni.
Su Twitter il cardinale Bo, che segue con apprensione le manifestazioni in tutto il Paese, ha scritto: “Oggi, la rivolta è stata grave a livello nazionale”, “la polizia sta arrestando, picchiando e persino sparando alle persone. In lacrime, suor Ann Nu Thawng implora e ferma la polizia affinché smetta di arrestare i manifestanti”.
“Suor Ann oggi – ha continuato – è un modello per i leader della Chiesa: vescovi e sacerdoti sono chiamati a uscire dalle loro zone di comfort e a prendere esempio dal suo coraggio”. “Piu’ di 100 manifestanti hanno potuto trovare riparo nel suo convento. Li ha salvati dal pestaggio brutale e dall’arresto della polizia”, ha aggiunto il direttore.
Cosa può fare una suora in ginocchio contro il potere dei militari e della dittatura? Niente, o forse tutto come spiega il direttore di “Gloria News Journal” Joseph Kung Za Hmung, il primo giornale cattolico in Myanmar: «L’azione della suora e la risposta della polizia che, al vedere la supplica della religiosa, si è fermata, hanno sorpreso molti di noi»,
spiega il giornalista a Fides, ribadendo come il “modello” della suora può suonare da appello agli altri membri della Chiesa birmana e internazionale.c«La Chiesa si sta facendo sentire pur essendo una minoranza piccolissima», spiega il direttore di Asia News Padre Bernardo Cervelliera a InTerris,
«La visita di Francesco – nel 2017, ndr – riuscì ad unire le diverse componenti cristiane e anche altre minoranze che si ritrovarono insieme per la prima volta.
Questa vicinanza durante le giornate del viaggio è stata una novità feconda in un Paese difficile da governare composto da oltre cento etnie e dove i militari hanno sempre applicato la politica del dividi et impera».