I sei giovani che hanno stuprato una ragazza al Foro Italico di Palermo vogliono cambiare carcere. Dicono di essere minacciati, sono gli altri detenuti. Lo hanno rivelato ai loro avvocati, che domani andranno a visitarli.
Anche la polizia penitenziaria avrebbe chiesto il trasferimento dei sei. Forse perché il carcere di Pagliarelli non ha abbastanza sezioni protette e sono minacciati. Forse perché i sei non devono incontrarsi, come ha ordinato il giudice. Così potrebbero finire in altre carceri della Sicilia.
I sei sono accusati di aver violentato una ragazza di 19 anni, la notte del 7 luglio. Hanno filmato lo stupro con il cellulare e hanno mandato il video sui social. Il Garante della Privacy sta indagando sul video.
Due dei sei sono rimasti in carcere, perché il Tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare. Un altro è stato scarcerato perché minorenne al momento dei fatti. È andato in una comunità.
Questo ragazzo ha appena compiuto 18 anni. Si è pentito di quello che ha fatto e ha collaborato con gli inquirenti. Ha raccontato tutto quello che sa, anche le responsabilità degli altri e la sua.
Questo si chiama resipiscenza, spiega Valerio De Gioia, giudice a Roma. Vuol dire che l’accusato ha capito di aver sbagliato e vuole rimediare. Vuol dire che si è ravveduto.
La resipiscenza può essere un motivo per attenuare la pena o per concedere la libertà provvisoria. Dipende dal caso e dal giudice.
Il processo per lo stupro al Foro Italico è ancora in corso. I sei rischiano una condanna pesante, anche perché la vittima ha subito gravi traumi fisici e psicologici. La ragazza ha denunciato i suoi aggressori e ha chiesto giustizia.