Studente rifiuta di indossare la mascherina in classe: interviene il TSO. E’ forse la prima volta che le autorità preposte si sono trovate a intervenire forzatamente e in maniera incisiva per un simile motivo. Il ragazzo avrebbe messo a rischio, col suo gesto, la salute sua e degli altri compagni di classe. Curiosa la notizia che ci arriva da Fano, dove un adolescente si è rifiutato di indossare la mascherina dopo svariati tentativi da parte dei docenti per fare in modo che cambiasse idea. Il ragazzo si era addirittura incatenato al banco come gesto estremo perché, per il suo “credo”, indossare l’indumento di protezione significava diventare schiavi di una dittatura non più accettabile. Il, giovane studente a mala pena maggiorenne avendo compiuto la maggiore età, è la sola cosa che si conosce ad oggi di lui, non è la prima volta che si è reso protagonista di azioni clamorose come questa, avvenuta il 6 maggio. Molti suoi amici ne parlano come di un ragazzo da un animo fortemente ribelle anche se decisamente sopra le righe. Questo suo “animus pugnandi” nei confronti di una società restrittiva, si era manifestato in tante altre occasioni che, in alcuni casi, ne hanno determinato l’ allontanamento dalla classe
Studente, il suo animo ribelle e la voglia di essere sempre “contro”
Tutti noi siamo stati adolescenti molto spesso contrari ad ogni istituzione consolidata. Istituzione che poteva essere la scuola, la famiglia, lo Stato, insomma tutte autorità verso le quali in determinati momenti della nostra vita abbiamo avuto un atteggiamento decisamente contrario. A seguito di questa pandemia abbiamo visto un’intera generazione che ha rifiutato l’utilizzo della mascherina venendo meno ad una delle regole principali del convivere civile. Indossare la mascherina infatti, in questo periodo della nostra epoca caratterizzato da una pandemia fuori controllo, è considerato sinonimo di buon senso e di rispetto delle regole del vivere quotidiano. Ma vediamo quotidianamente che molto spesso questa norma, la buona norma imposta dal governo per evitare l’espandersi incontrollato del Coronavirus, meglio conosciuto ad oggi come Covid 19, viene infranta da ragazzi che non vogliono sottostare ad alcuna disciplina. Questo perché ,a loro dire, l’utilizzo della mascherina sarebbe addirittura un limite per le loro capacità intellettuali.
Dai no-vax ai no-mask
A questo movimento di lotta che vuole la mascherina “debellata” dal volto fanno parte numerosi attori e attrici che hanno sposato in pieno una simile assurdità. Ricordiamo, fra i tanti, lo stesso Enrico Montesano, autore di numerosi dibattiti e scontri con le forze dell’ordine nel momento in cui è stato pizzicato per le vie di Roma senza protezione. Si tratta di gesta di simili personaggi che sono diventati dei veri e
propri punti di riferimento da parte di soggetti completamente coinvolti nella causa dei no-mask.
I fatti della scuola di Fano
Dunque è curiosa quanto in incredibile la notizia che ci arriva da una scuola marchigiana. Questo studente 18enne di cui non sono state rese le generalità, ha rifiutato categoricamente di indossare la mascherina in classe dichiarando che non c’era alcun pericolo di trasmissione per sé e per coloro che lo circondavano. L’alunno ha affermato in più di essere negazionista non riconoscendo la pandemia e affermando che
quest’ultima fosse una mera invenzione di giornali e mass media. Di fronte all’ opposizione dei professori e degli altri studenti che gli erano accanto, ha deciso di incatenarsi al banco e di non voler sentire ragioni. Di fronte a questo atteggiamento gli insegnanti hanno continuato a esortarlo affinché non mettesse in pericolo la sua salute e quella degli altri, ma senza alcun risultato. Il ragazzo si è incatenato dopo il tentativo dei docenti di farlo uscire dall’aula con la forza, una volta appurato che non c’era più nulla da fare.
L’intervento del TSO
Il diciottenne ha cominciato a inveire contro chiunque gli si parasse avanti affermando di avere una cultura
superiore rispetto agli in quanto convinto assertore della tesi secondo cui tutti noi stiamo vivendo in una sorta di mondo di orwelliana memoria. Lo studente affermava in maniera isterica di possedere la verità in quanto avido lettore del romanzo “1984” , in cui si racconta di una società catalogata e pilotata da un “grande fratello” il cui ruolo era quello di disciplinare gli abitanti del pianeta terra mediante atti restrittivi che conducevano molte persone alla follia. Queste affermazioni sono state l’ elemento determinante affinché i professori sollecitassero l’intervento delle forze dell’ordine per sottoporlo al T.S.O e ricoverarlo. Successivamente, la notizia si è prontamente diffusa in un batter d’occhio nell’ intera cittadina marchigiana determinando sgomento di fronte alla follia inscenata e perpetuata dal giovane.
Atteggiamenti fuori luogo, ripetuti più di una volta da parte del giovane che ne hanno determinato la sospensione dalla scuola . Bizzarre sono le ipotesi tramite le quali giustificava questa posizione di ribellione. Il soggetto si è sempre appellato al suo diritto alla libertà senza che ci dovesse essere il bisogno di indossare la mascherina in virtù di argomentazioni “costituzionalistiche” che non riconoscevano alcun divieto da parte delle specifiche autorità sanitarie.
L’influenza negativa di “qualcuno”
Ma gli inquirenti locali sentite le testimonianze degli altri compagni di classe e soprattutto dopo avere ascoltato la preside sono giunti alla conclusione chi in questa storia ci fosse una persona con un forte ascendente sulla personalità del giovane individuo. Si tratterebbe di una sorta di “costituzionalista” che lo stesse fortemente plagiando rinnegando le basi di un sano convivere civile. Ma una tale influenza sarebbe stata altamente dannosa e diseducativa nei per il ragazzo a malapena maggiorenne. Il ribelle si sarebbe incatenato al banco avanzando il diritto alla “non obbedienza” garantitogli dalla costituzione cui egli stesso faceva rimando. Dopo due ore di estenuanti trattative è intervenuta la polizia locale che in un primo momento ha accompagnato il ragazzo al pronto soccorso. Poi, di fronte alle sue violenti proteste, la polizia non ha potuto fare altro che sottoporlo al trattamento sanitario obbligatorio relegandolo in un ospedale psichiatrico. La famiglia è stata immediatamente avvertita della frenesia fuori controllo che muoveva il loro figlioccio. Eppure, neanche loro, hanno potuto far niente di fronte all’evidenza delle teorie strampalate del ragazzo.