Stretta all’utilizzo degli smartphone in classe: l’ordinanza di Valditara

11 Luglio 2024 - 17:16

Stretta all’utilizzo degli smartphone in classe: l’ordinanza di Valditara

Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara questa mattina ha firmato una circolare che prevede alcune nuove normative per il prossimo anno scolastico.

Ci sarà in primis una stretta all’utilizzo degli smartphone in classe fino alla terza media. Agli studenti sarà proibito non solo l’utilizzo del telefono cellulare ma anche semplicemente l’esserne in possesso. Pertanto, se prima era concesso l’utilizzo degli smartphone, previa autorizzazione dell’insegnante, dall’anno prossimo non sara più possibile. Per quanto riguarda tablet e computer, questi potranno essere utilizzati, ma sempre sotto la supervisione del docente di turno.

Tra le altre novità, annunciate durante l’evento “La scuola artificiale. Età evolutiva ed evoluzione tecnologica”, il Ministro Valditara ha parlato anche del ritorno a carta e penna per gli appunti e gli assegni. “Con la rivoluzione per cui bisognava andare verso le nuove tecnologie sempre e comunque, i compiti a casa venivano messi sul registro elettronico, su quella scheda elettronica che un bambino era costretto a consultare oppure doveva ricorrere ai genitori”. I bambini pertanto torneranno ad appuntare colui che serve sul “diario di una volta” come detto da Valditara.

In alcune scuole, in più, verrà introdotta la sperimentazione per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in classe. Sarà un progetto pilota che vedrà l’impiego durante le lezioni di “assistenti basati sull’intelligenza artificiale”. Queste le parole del Ministro sull’argomento: “l’obiettivo è valutare l’efficacia di questi assistenti nel migliorare le performance degli studenti, identificare le migliori pratiche per integrare l’intelligenza artificiale nella didattica quotidiana, garantire che l’utilizzo dell’Ai sia etico e rispettoso della privacy degli studenti e dei docenti, assicurare che l’intelligenza artificiale sia utilizzata come strumento di supporto mantenendo però il docente sempre al centro”.

Fonte: La Repubblica

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