È ritornato ad essere libero Beniamino Zuncheddu, ritenuto il carnefice della strage di Sinnai.
Il 59enne è tornato in libertà dopo che la richiesta di sospensione della pena, avanzata dal suo avvocato Mauro Trogu, è stata accolta dalla Corte d’Appello di Roma.
Zuncheddu si è sempre proclamato innocente per ciò che gli è stato addossato. Sta, infatti, scontando l’ergastolo per la Strage di Sinnai, in cui nel 1991 vennero uccisi tre pastori e ne fu ferito un quarto. Ad oggi, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma, si sta svolgendo il processo di revisione. Ciò potrebbe portare a nuovi possibili scenari ed alla liberazione definitiva di Beniamino Zuncheddu.
All’uscita dal carcere di Uta a Cagliari, c’erano la sorella Augusta e i compaesani di Burcei, paesino del cagliaritano dove Zuncheddu dovrà rimanere in attesa del processo definitivo. Ad attenderlo all’esterno della casa circondariale vi era anche la Garante per i diritti dei detenuti, convinta della sua innocenza e pronta a sostenere la battaglia legale per ottenere la revisione.
Ma perché Zuncheddu è tornato libero? Il momento chiave arriva lo scorso 14 novembre. L’unico testimone ascoltato, il sopravvissuto, Luigi Pinna, sostenne di non aver riconosciuto l’aggressore. L’unico testimone, però, dopo qualche settimana cambiò versione e accusò Zuncheddu che fu poco dopo condannato all’ergastolo. Nelle ultime udienze però, Pinna ha cambiato ulteriormente versione. Prima dicendo che l’attentatore aveva il volto scoperto, poi dicendo il contrario.
L’ordinanza di sospensione della pena è arrivata proprio in seguito a ciò che ha riferito Pinna. Ciò è stato ritenuto cruciale per l’identificazione del presunto assassino. Il processo, come scrivono i giudici, è divenuto “meramente indiziario”. Questa circostanza ha potuto garantire a Zuncheddu la sospensione della pena e la momentanea, ritrovata, libertà.