Strage di Monreale, arriva la confessione di Salvatore Calvaruso: “Sono stato aggredito e ho sparato”

29 Aprile 2025 - 20:53

Strage di Monreale, arriva la confessione di  Salvatore Calvaruso: “Sono stato aggredito e ho sparato”

Il 19enne del quartiere Zen ha rilasciato dichiarazioni spontanee davanti al Gip. “Chiedo perdono alle famiglie”, ha detto tra le lacrime. Ancora da identificare il complice.

PALERMO – Salvatore Calvaruso, il 19enne del quartiere Zen indagato per la sparatoria costata la vita a tre giovani sabato sera a Monreale, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Ivana Vassallo, ma ha reso dichiarazioni spontanee nel corso dell’udienza di convalida del fermo.

Il giovane, ex pugile e in carcere da lunedì, ha ammesso di aver esploso diversi colpi di pistola al culmine di una rissa scoppiata nel centro della cittadina. Nell’agguato sono rimasti uccisi i cugini Andrea Miceli e Salvatore Turdo, di 25 e 23 anni, e Massimo Pirozzo, anch’egli 25enne. Calvaruso, visibilmente scosso, avrebbe raccontato tra le lacrime di essere uscito quella sera per svagarsi dopo una settimana di lavoro, in compagnia di un amico che al momento non è ancora stato identificato.

Secondo il suo racconto, sarebbe stato aggredito con caschi e bottiglie da alcuni giovani che lo accusavano di guidare in modo pericoloso. Dopo essere stato buttato giù dalla moto e colpito, avrebbe cercato di fuggire. Solo dopo essere stato raggiunto avrebbe estratto l’arma e aperto il fuoco. “È stata un’udienza drammatica, interrotta più volte. Il ragazzo ha pianto, è distrutto e consapevole di ciò che ha fatto”, ha riferito il suo avvocato Corrado Sinatra. Calvaruso ha inoltre chiesto perdono alle famiglie delle vittime, ribadendo di essere “profondamente dispiaciuto”.

Il giudice si è riservato la decisione sulla convalida del fermo. Intanto, oltre ai tre giovani uccisi, due persone sono rimaste ferite nella sparatoria: un 16enne, colpito alla nuca, che ha raccontato di essere “vivo per miracolo”, e Nicolò Cangemi, 33 anni, ferito a una gamba. “Sono incredulo per quanto successo. Penso e ripenso a quella notte e non mi do pace. Come una giornata di festa si sia potuta trasformare in tragedia”, ha dichiarato. Dimesso dall’ospedale Ingrassia, è rientrato a casa con due ferite di striscio alle gambe. “Conoscevo le vittime, ma non ho avuto nulla a che fare con la rissa e con la sparatoria – ha aggiunto –. Mi sono trovato coinvolto senza sapere nemmeno come”.

L’indagine prosegue per chiarire con precisione la dinamica dei fatti e individuare eventuali responsabilità da parte di altri soggetti.

Fonte: Fanpage.it

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