Un’altra tragedia sul lavoro. La strage a Casteldaccia, nel palermitano, è solo l’ultima di una serie di incidenti mortali che mettono in luce le problematiche sulla sicurezza di molti operai.
Le cinque vittime sarebbero decedute per le esalazioni di gas tossici nella vasca con acque reflue in cui sono scesi per conto dell’Azienda municipale acquedotti (Amap) di Palermo per dei lavori di manutenzione davanti alla casa vinicola Corvo di Salaparuta.
Erano tutti operai della ditta Quadrifoglio di Partinico (Palermo), ditta che ora è sotto la lente degli investigatori. Cosa sappiamo della strage? Che tipo di lavori stavano facendo gli operai?
Dai nostri controlli effettuati presso gli enti bilaterali, alcuni dei lavoratori vittime di questa immane tragedia erano sotto inquadrati rispetto alle mansioni che stavano svolgendo in cantiere».
Lo dicono i segretari provinciali di Palermo di Fillea, Filca, Feneal, Piero Ceraulo, Francesco Danese e Pasquale De Vardo.
«Questo sta a significare quello che da anni denunciamo rispetto al corretto inquadramento dei lavoratori edili nei cantieri della provincia.
E inoltre non abbiamo mai avuto traccia che questi stessi lavoratori abbiano nell’ultimo anno svolto attività di formazione presso il sistema bilaterale», concludono.
Chi sono le vittime
Epifanio Assazia, 71 anni, che dovrebbe essere il contitolare della ditta Quadrifoglio; Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, di 50 anni, Ignazio Giordano, di 59 anni e Giuseppe La Barbera.
Questi i nomi delle cinque vittime della strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia.