Sette persone sono ora indagate per il suicidio in carcere di Stefano Argentino. Il giovane era accusato del femminicidio di Sara Campanella, avvenuto lo scorso marzo. Tra loro ci sono la direttrice e la vice direttrice del carcere di Gazzi, a Messina. In lista anche psicologi e psichiatri che lo avevano in cura.
L’avvocato di Argentino, Giuseppe Cultrera, parla di possibili responsabilità multiple. “Sette indagati fanno già pensare a colpe condivise” afferma. Chiede indagini serie e approfondite. Sostiene che il suo assistito non dovesse stare in carcere, ma in una Rems o in un istituto a custodia attenuata.
Per il 12 agosto è fissato il conferimento dell’incarico per l’autopsia. L’esame sarà eseguito dalla dottoressa Daniela Sapienza. Sarà un passaggio chiave per chiarire le cause e le eventuali negligenze.
Sara Campanella, 22 anni, studentessa di Misilmeri, era stata uccisa il 31 marzo. Argentino, collega di università, aveva ammesso il delitto. Dopo l’arresto, aveva più volte manifestato la volontà di togliersi la vita.
Era stato tenuto sotto sorveglianza speciale. Tuttavia, solo 15 giorni prima del suicidio, era stato riammesso alla detenzione ordinaria. Condivideva la cella con altri detenuti. Una decisione ora al centro delle indagini.
Per l’avvocato Cultrera, lo Stato ha fallito. “Sara è stata uccisa. Stefano si è tolto la vita. La responsabilità è dello Stato” dichiara con durezza.
Lucia Risicato, garante dei detenuti di Messina, parla di ennesima tragedia ignorata. Accusa Parlamento e governo di indifferenza verso i suicidi in carcere.
Resta da capire perché Argentino non sia stato più considerato a rischio suicidio. La magistratura dovrà ora ricostruire ogni passaggio e ogni scelta fatta prima della tragedia.
Fonte: Fanpage
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