Stefania Di Leo è nata a Messina, Italia, il 25 luglio 1975 e sin da piccola coltiva la passione per le lingue straniere. Dottorato in Teoria della Letteratura e Letterature Comparate Università Complutense di Madrid.
Attualmente è traduttrice internazionale in italiano di poeti contemporanei spagnoli, portoghesi e francesi e collabora con diverse riviste culturali e internazionali, Crear en Salamanca, Metaforologia, Papeles del Martes , Altazor.
El Cobaya fondatrice del Circolo Letterario Napoletano e del Premio Internazionale di Poesia Spagnola, Francisco de Aldana in collaborazione conl Univeristà di Salamanca e l Istituo Cervantes di Napoli.
Ha pubblicato libri di poesia, tra cui spiccano Rosas azules sobre el tomillo perfumado (Spagna), Donde tuve tus labios (Miami), Ocultando el olvido (Miami), Uma so Solidao (Brasile), Entao brilha o silencio, con Alvaro Alves de Faria (Brasile), As sombras da tarde (Portogallo).
Vincitrice della convocatoria del 31º Festival Internazionale di Poesía di Medellín. La sua poetica è teorizzata nel volume La disobbedienza civile, Atti del Congresso Università di Napoli Federico II, organizzato dall Ill. Prof Leandro Limoccia, Edizioni Scientifiche Universitarie, Napoli, 2021.
Stefania Di Leo in una breve intervista si racconta così:
Quali sono le tematiche della sua poetica?
Libertà, giustizia, fratellanza, storia, amore, morte sono i temi che risuonano spesso nei miei testi, perché ho il desiderio di cantare ciò che il mio spirito mi trasmette, mi sento una poeta con radici, radicata
nella mia cultura mediterranea, erede della tradizione classica di Dante, ma non smetto di sentirmi figlia dell’universo, di cui tutti gli uomini fanno parte.
Cosa pensa della poesia?
Per me la poesia richiede solitudine, attesa, riflessione, come diceva il poeta Eugenio Montale, c’è differenza tra una poesia facile da usare, scritta per essere gridata nelle piazze davanti a una folla entusiasta,
amplificata dai media,ma destinata a morire appena espresso e, d’altra parte, c’è, invece, una poesia più discreta, che disdegna ogni “esibizionismo isterico”, senza un destinatario preciso, che si nutre di
ispirazione e”sorge quasi per miracolo” , che esige silenzio e raccoglimento, in una dimensione dove si possono semplicemente far risuonare le parole con la loro forza evocativa.
Cosa pensa dell arte poetica?
Per me la poesia è una forma d’arte che crea, è concepita come espressione artistica della bellezza attraverso le parole. La poesia è vita, è il movimento delle foglie al vento, è l’aria, il mare, il cielo. La poesia è esistenza, firmamento, è impegno personale e sociale.
Pensa che la poesia possa essere un mezzo di espressione sociale?
Silenziosamente, la poesia diventa un’arma inosservata e chiara, uno strumento multiforme e mutevole, per mano fervente del poeta, diventa il proprio alter ego. La poesia è la voce dell’individuo, della coscienza umana, del popolo,
la voce dell’emarginato, del vinto, del vincitore; la voce dell’anima, dell’inesprimibile, la voce delle tenebre e della luce, della vita e della morte. Sorprendentemente, la poesia diventa voce tra le voci,
in un grido unanime, nei sogni, come direbbe Ungaretti, capace di strappare il velo che nasconde la coscienza più profonda, e di strapparlo, come se si scoprisse il vaso di Pandora.