Giovanni Carrera, il tassista di Cremona indagato per sequestro di persona e lesioni personali gravissime ai danni del 27enne Luca, che secondo l’accusa nella notte di Natale 2021
sarebbe stato spinto giù dal taxi in corsa dal conducente del mezzo pubblico, si è lasciato andare mentre parlava con un amico: “Il pm mi ha detto che il ragazzo è a casa, non è più
in ospedale, ma le sue condizioni di salute sono ancora molto gravi. Bene, così non può raccontare la sua versione. È una cosa positiva”. Non sono servite a nulla le parole con cui il
tassista si è difeso davanti al pubblico ministero che lo ha interrogato, perché quelle più importanti e, secondo gli inquirenti, veritiere, sono quelle che ha pronunciato al telefono dopo aver lasciato la Procura.
Le frasi, ascoltate dagli investigatori, hanno portato al suo arresto con detenzione domiciliare. Per gli inquirenti non è una vera e propria ammissione, ma ci si avvicina.
Perché la versione raccontata sinora da Carrera, 68enne molto noto in città, non li ha mai convinti. Gli investigatori non credono al fatto che Luca, provvisto solo di dieci euro in
contati a fronte di una corsa il cui prezzo era del doppio, abbia cercato di salvarsi dal taxi gettandosi sull’asfalto a forte velocità. Al contrario, dopo la lite scoppiata all’interno del van una
volta arrivati all’hotel dove il 27enne e altre due amiche soggiornavano, l’accusa crede che sia stato proprio Carrera, che aveva rifiutato il pagamento tramite bancomat perché
sprovvisto di pos a bordo, a spingere il ragazzo giù dalla proprio auto salvo tornare pochi minuti dopo trovandolo in una pozza di sangue. Solo allora, con l’aiuto di un passante, ha
chiamato il 118 che ha soccorso il ragazzo, poi finito in coma. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera la sua vista sarebbe talmente compromessa da non distinguere una
biro.Luca è stato in seguito dimesso, come comunicato dal pm all’indagato, ma resta in condizioni molto gravi.