“Nei giorni scorsi il Sindacato di Polizia Penitenziaria (SAPPE), ha denunciato il sovraffollamento del carcere di Poggioreale dichiarando che il Carcere di Poggioreale è
diventato una pentola a pressione che mette a serio rischio la sicurezza stessa del penitenziario ed ogni ipotesi di attività trattamentale finalizzata al
recupero dei detenuti stessi. Ed è vero, Poggioreale è una polveriera a miccia corta, anche perché, purtroppo, il populismo penale si coniuga con il
populismo politico che non ha sosta nemmeno nel corso della pandemia. Nel carcere di Poggioreale e più in generale in Campania ci sono 625 detenuti di fuori regione di
cui 62 stranieri su un totale di 6429 detenuti. Questa prassi non solo, contribuisce al sovraffollamento delle celle, ma viola il principio di
territorialità della pena. Il sovraffollamento è, anche, sinonimo di un eccessivo ricorso alla custodia cautelare in carcere che dovrebbe costituire una
scelta di extrema ratio. Le leggi non sono una macchina che una volta messa in moto va da sé, le leggi sono pezzi di carta che se lasciamo cadere non si muovono. Talvolta
ritardi nelle decisioni, anche della magistratura di sorveglianza che risulta essere sottodimensionata a Napoli, Caserta, Salerno; sono la causa di ansia, angoscia,
sofferenza fisica, atti di autolesionismo e sovraffollamento. Occorrono più misure alternative al carcere”
Così Samuele Ciambriello, garante campano
dei detenuti, all’uscita dal carcere di Poggioreale, dopo aver effettuato colloqui nell’istituto penitenziario, che attualmente “ospita” 2.240 detenuti.
Secondo i dati della relazione annuale del 2020 del Garante regionale nella casa circondariale di Poggioreale, si sono registrati 323 atti di autolesionismo, 250
scioperi della fame e/o sete, 467 infrazioni disciplinari, 33 tentativi di suicidio, 2 suicidi e 8 decessi di morte naturale.
Per quanto riguarda il primo semestre del 2021 si contano 152 atti di autolesionismo, 1 decesso per cause naturali ed 1 suicidio, 13 tentativi di suicidio sventati in tempo
dalla Polizia Penitenziaria e 119 colluttazioni.
Il Garante campano Ciambriello così conclude: ‘’Non sono bastati i timidissimi
provvedimenti deflattivi con i decreti legge durante la pandemia, che hanno prodotto numeri esigui di persone uscite dalle carceri. Occorre che il Governo e il
Parlamento facciano di più, un provvedimento serio e di portata nazionale, un piccolo indulto. Credo che il sovraffollamento sia solo una delle mille
sfaccettature relative alla qualità della vita e della pena. Penso che Poggioreale abbia bisogno di più educatori, Psicologi, Psichiatri, attività scolastiche-
trattamentali. Su diciannove educatori previsti ne sono presenti in struttura solo nove, e solo due psichiatri a fronte di cinque come dovrebbe essere. Vale la pena
sottolineare che molti dei tentativi di protesta, sciopero, atti di autolesionismo accadono dopo le ore 16:00. Per questo credo che in carcere a Poggioreale, di
pomeriggio, sia necessaria la presenza di almeno un commissario, un educatore, uno psicologo. Ci sono spazi giornalieri vuoti, nei quali, gli agenti di polizia
penitenziaria, tra l’altro sottodimensionati, sono lasciati soli, in compagnia di generosi volontari della Pastorale carceraria della Diocesi di
Napoli e di alcune associazioni di volontariato’’