Per la vicenda delle due ragazze sfregiate con l’acido a Napoli si è arrivati alla svolta. Una zia delle due ha confessato e si è addossata la colpa dell’aggressione. La donna, che era
stata individuata dagli inquirenti e considerata tra i sospettati, era stata a lungo ascoltata nelle scorse ore. Alla fine, confermano fonti investigative a Fanpage.it, ha ammesso le proprie
responsabilità e ha spiegato di avere agito per dissidi familiari sorti con le due nipoti; nei suoi confronti è stato emesso un fermo. Restano da individuare le altre persone che,
insieme alla donna sottoposta a fermo, hanno preso parte al raid intorno all’1 di domenica notte sul corso Amedeo di Savoia; secondo quanto riferito dalle due vittime il gruppo sarebbe stato
composto da sei persone, tre ragazzi e tre ragazze, che si sarebbero mossi su tre scooter. La zia, anche lei molto giovane, ha ceduto dopo ore di interrogatorio e ha quindi ammesso di
avere organizzato la spedizione punitiva per contrasti familiari; una scelta probabilmente obbligata, anche perché era molto probabile che le due ragazze l’avessero riconosciuta.
Sarebbero stati recuperati anche numerosi video pubblicati su TikTok in cui diversi appartenenti alle famiglie si offendevano a vicenda e che potrebbero essere quindi collocati
in quei dissidi che, secondo questa ricostruzione, avrebbero portato alla spedizione punitiva. Da ricostruire la vicenda dell’incendio all’automobile usata dalle due ragazze, una Smart,
data alle fiamme nella notte dell’11 maggio, che potrebbe essere collegata all’aggressione. Le indagini sono coordinate dal pool Fasce Deboli della Procura di Napoli ed affidate alla Squadra Mobile della Questura.