Smart working per i dipendenti pubblici, insegne dei negozi spente dopo le 23: cosa prevede il piano di risparmio energetico

31 Agosto 2022 - 11:22

Smart working per i dipendenti pubblici, insegne dei negozi spente dopo le 23: cosa prevede il piano di risparmio energetico

Il governo Draghi ha ideato un piano di risparmio energetico che ora è in fase di attuazione. Riscaldamento da accendere 15 giorni dopo e per un’ora e un grado in meno; smart working per tutti i dipendenti pubblici; insegne dei negozi spente dopo le 23.
Tuttavia, dei 10 miliardi attesi, grazie alla tassa sugli extraprofitti delle aziende dell’energia, sono disponibili soltanto 1 miliardo di euro. Di conseguenza, le forze politiche propongono un nuovo intervento, concentrato sulle imprese, che potrebbe essere contenuto in un decreto legge.
Le nuove misure verranno programmate entro la settimana prossima. Quattro sono le misure studiate, secondo La Repubblica:

  • Tutti i dipendenti pubblici in smart working: che porterebbe un risparmio dell’8% sui consumi;
  • ritardare di 15 giorni l’accensione dei riscaldamenti: porterebbe un risparmio del 17,5% dei consumi nelle abitazioni, e con un’ora in meno di accensione, un ulteriore 3,6%;
  • taglio dell’illuminazione pubblica e delle insegne dei negozi;
  • imprese energivore: con tagli della produzione e compensazioni da parte dell’esecutivo.

Il governo, secondo Il Messaggero, ha anche in programma di chiudere anticipatamente gli uffici pubblici, alle 17:30, i negozi alle 19, e i locali notturni alle 23. Si sta lavorando ogni giorno, per poter realizzare quanti più obiettivi del PNRR possibili, e per lo smaltimento, entro ottobre, di oltre 200 atti amministrativi pendenti.

Per la tassa sugli extraprofitti contestata dalle aziende dell’energia, si ipotizza trasformarla in addizionale Irap. Per le aziende, la decisione di prendere cifra imponibile su cui si paga l’imposta sul valore aggiunto è un principio sbagliato. Perché anche, ad esempio, l’incremento delle quote di mercato, possono influire su quel valore.

Gilberto Dialuce, presidente dell’agenzia Enea, ha dichiarato al Corriere della Sera che sono possibili altri interventi.
«Cominciamo col ridurre la durata della nostra doccia di due minuti e riduciamo di tre gradi la temperatura dell’acqua. Chiudiamo l’acqua quando ci insaponiamo. Se lo facessimo tutti da oggi, avremmo circa 1 miliardo di metri cubi di gas risparmiati da qui a fine marzo», dice. E ancora: «Utilizziamo gli elettrodomestici solo a pieno carico – lavatrici, lavastoviglie – così riduciamo il numero di lavaggi: facendolo, 300 milioni di metri cubi di gas ridotti in poco tempo. E poi stacchiamo tutti gli apparecchi elettronici quando non li usiamo: dalla tv ai decoder, dai computer alle lavatrici. Anche qui diverse centinaia di milioni di metri cubi. Per spingere ancora di più serve qualche investimento da parte dei consumatori ma le detrazioni per recuperarlo ci sono. Cambiamo le caldaie a metano con le pompe di calore. Le dico di più: impariamo a monitorare i nostri consumi con le applicazioni».

Fonte: Open