La favola del Pomigliano, che dall’anno prossimo vedremo militare per la prima volta nella serie A femminile, racchiude tante storie. Ma ce n’è una in particolare che colpisce più di tutte.
E’ quella che vede protagonista Emanuela Schioppo, difensore centrale della formazione granata, arrivata a Pomigliano proprio all’inizio di questa stagione, tra tante perplessità, in primis quelle sue.
Per lei, bandiera e capitano del Napoli Femminile, ex Carpisa, con il quale ha giocato sin da quando era una bambina, l’avven.
Delusissima per il trattamento ricevuto dalla squadra per la quale aveva combattuto per una vita. E’ lei stessa a raccontare quei momenti. “Chi lo avrebbe detto che a luglio scorso – si domanda – avrei voltato pagina.
E a pochi chilometri da Napoli mi sarei catapultata in una nuova avventura, iniziata tra tanti punti interrogativi. Con una squadra neopromossa dalla serie C che suscitava l’ironia di qualche scettico, mentre io ci credevo e mi ci buttavo a capofitto?”.
Per lei tutto nuovo, tranne qualche ritrovata ex compagna di squadra ai tempi del Napoli. A cominciare dalla borsa, il numero sulle spalle, lo spogliatoio, l’allenatore, i dirigenti.
Tuttavia, un’avventura stimolante, che l’ha portata a prendere una decisione, allora un vero punto interrogativo. Che poi si è rivelata una rivincita sulle amarezze ingoiate nell’ultima stagione in maglia azzurra.
Quello che lei definisce il suo “karma, tutto torna”. Innanzitutto le parole che l’hanno convinta a tuffarsi nella nuova realtà. Ovvero un progetto ambizioso, non grandi traguardi, ma un passo dopo l’altro. Prima restare in B, e poi costruire una squadra per il grande salto.
Che poi si è trasformato in un miracolo: dieci mesi di sacrifici e ritrovare una serie A, insperata. Ma nel corso della stagione, meritata e fortemente voluta. Una promozione festeggiata come non mai, figlia di battaglie contro squadre sulla carta più accreditate.
E per questo partite da sottovalutate, ancora di più dà un sapore zuccherino. E poi l’orgoglio tutto personale. “Sarebbe stato molto più facile la scorsa stagione ritirarmi – confessa candidamente Emanuela.
Dopo 12 anni di calcio e dopo aver vissuto diverse emozioni. Ma dopo un anno di sofferenza, mi sono rimessa in gioco prendendomi le mie responsabilità, anche risultando arrogante e antipatica in questo mondo”.
E poi continua: “Me ne sarei uscita con le pacche sulle spalle, con i complimenti non sempre sinceri. Mi avrebbero probabilmente applaudito tutti, in poche parole me ne sarei uscita da “principessa”. Ma io non sono così, non sono bella e perfetta, ma sono come nei 90 minuti: brutta, sporca e cattiva”.
E infine la Schioppo rivolge un personale ringraziamento a coloro che hanno reso possibile tutto ciò. “In primis il presidente Raffaele Pipola e la sua famiglia che hanno portato in alto il nome del Pomigliano.
Un grazie al direttore Biagio Seno per avermi scelto e aver creduto in me, così come ai due mister, Salvatore Esposito e Manuela Tesse. E che dire delle compagne di squadra, un gruppo unito e granitico di cui sono orgogliosa di farne parte.
Per non parlare poi di addetti ai lavori, nonché tutte le persone che mi hanno sostenuta e hanno creduto in me”. E poi il finale, giustamente risentito, con messaggi spediti un po’ a vari destinatari.
“Un grazie a chi voleva vedermi cadere – conclude Schioppo – un grazie particolare, voi siete stati la mia forza, voi che mi manifestavate tutto le scetticismo per la mia scelta. Voi che mi dicevate di svegliarmi, ecco sono sveglissima e sono in serie A. Non so quale sarà il destino, so solo che continuerò a dare sempre il meglio di me stessa. Siamo tutti personaggi secondari nella vita degli altri, ma dobbiamo avere la forza di essere protagonisti della nostra”.
Max Bonardi