La Corte d’Assise di Torino ha assolto Gaia, moglie di Ettore Treglia, in seguito alla sentenza presieduta dal giudice Alessandra Salvadori. Il verdetto afferma che Gaia, assolta, non ha ucciso suo marito perché “il fatto non sussiste”.
Il caso inizia il 5 aprile 2021, quando Ettore muore e Gaia è la persona che dà l’allarme. I medici intervenuti non analizzano il corpo, e il referto non menziona segni di violenza. Ettore era malato e aveva subito un intervento al cavo orale.
La Procura blocca il funerale a seguito della denuncia presentata dall’amante di Ettore, che viveva in Puglia. Il motivo è una serie di messaggi inviati da Ettore all’amante la sera prima della sua morte, in cui diceva: “Se mi trovano morto è stata mia moglie. Sto prendendo botte”.
Durante le indagini emerge che due anni prima, la sera del 3 aprile, c’era stato un litigio tra Ettore e Gaia, che aveva portato all’intervento della polizia. Avevano allontanato la donna temporaneamente da casa e portata in ospedale. In seguito, Ettore aveva scritto all’amante, accusando la moglie di aver cercato di strangolarlo.
La moglie ammette i litigi e racconta che la sera del 4 aprile il marito era ubriaco e aveva tentato un approccio sessuale, ma lei lo aveva respinto “con forza”, colpendolo al torace. Tuttavia, sostiene di non averlo ucciso e di essere andata a dormire lasciandolo sul divano a guardare la TV.
Il mattino successivo, Ettore viene trovato morto. Secondo l’autopsia, l’hanno strangolato, ma le conclusioni non possono essere utilizzate come prova processuale.
La Procura accusa Gaia, vedova, di aver ucciso suo marito per gelosia, mentre la difesa sostiene che si tratta di morte naturale.
La Corte d’Assise emette il verdetto, dichiarando che non ci sono prove di omicidio. I legali di Gaia, assolta, commentano la sentenza come una vittoria per il principio costituzionale del giusto processo e della presunzione di innocenza.