Scuola 2021 caldo – sicurezza e diritti negati

1 Luglio 2021 - 17:22

Scuola 2021 caldo – sicurezza e diritti negati

Roma luglio 2021— Nel secondo anno estivo del Covid ancora una volta ne esce sconfitta la scuola pubblica. Quell’agenzia educativa animata da personale docente e

non docente sottoposto a gravi carichi psicologici per le mutate condizioni di lavoro. Senza parlare poi delle ricadute sulle giovani leve. I dipendenti pubblici

più odiati della P. A., coloro i quali tra mille difficoltà legate al Covid hanno continuato ed in moltissimi casi modificato radicalmente il proprio lavoro.

Or bene dove si annida la falla? Ci siamo mai chiesti in che condizioni si lavora in questi ambienti? Guardando con gli occhi di un lavoratore con diritti e doveri, gli

occhi di un privilegiato dipendente della P. A. o meglio se si indossano i panni di un supplente precario (non importa se docente o Ata) e con mille incertezze, sarebbe meglio di niente.

Se invece si é in assegnazione provvisoria però di ruolo cambia qualcosa? Certo che no! Per tutte e tutti c’è una “pari” disparità di trattamento nei confronti di chi ha dimenticato sacrifici e precariato.

Dove é finita la lettura di capacità e professionalità per l’affidamento dei carichi di lavoro, che tutti i Ministri che si sono alternati al dicastero

dell’istruzione amano sottolineare. Basta veramente vincere un concorso per essere buoni dirigenti? Dati i risultati, verrebbe da dire di no! Cosa accade ad un

malcapitato e speranzoso supplente che si imbatte nel primo della classe, ma ultimo nella vita? È presto detto! Se provi a far notare falle e maladministration (solo

perché c’è un pregresso background) ecco arrivare vessazioni, negazioni di diritti, isolamento, silenzi punitivi da parte di pseudocolleghi con trentennale esperienza,

il tutto condito con l’Avvallo di chi ha vinto l’agognato concorso da dirigente. Guai ai dissidenti del cerchio magico, piovono minacce e vessazioni anche per

loro. L’importante è delegare decisioni, tanto conseguenze non ce ne saranno mai! Non si denuncerà mai, perché c’è troppa fame in giro! La paura del passa parola è

tanta! Pensate sia piacevole da precario essere messo in quarantena fiduciaria per un’epidemia scolastica e scoprire che vorrebbero tagliarti più della metà del

compenso giornaliero? Nessuno tra dirigenti e luminari amministrativi che si fosse posti il quesito, se a tutto ciò vi fosse una legittima normativa da applicare.

Ebbene, l’unico a cui viene un guizzo di sana curiosità è un altro precario ma più fortunato (perché c’è disparità anche tra supplenti, dipende dall’ingaggio) che trova

un’alternativa equa per amministrazione e amministrato. Naturalmente il tutto non privo di conseguenze per i precari di cui sopra. Adesso con il caldo ed i precari a

casa, le cose non sono molto diverse per chi di é ruolo ed attende assegnazione vicino casa. C’è il ventilatore gentilmente concesso a rinfrescare dalla calura, in spregio a qualunque norma sulla sicurezza.

Cosa c’è di strano? Nulla, se a tutti fosse garantito lo stesso trattamento, ai “longevi proprietari” vengono concessi, manco a dirlo, locali climatizzati e

confort. Che non si sappia, altrimenti il Mobbing è dietro l’angolo, non diciamolo ai sindacati perché altrimenti inizia una nuova contrattazione tanto la precedente

non viene applicata. Non cambierà nulla sino a quando i corridoi saranno animati da brillanti studenti universitari con lo spazzolone tra le mani e comodi figuri

impreparati che quello spazzolone hanno lasciato per brandire una penna che usano come spazzolone. Sino a quando i dirigenti non decidano di esserlo veramente. Senza

generalizzazioni di sorta, questa eccezione merita nel proscenio scolastico il massimo stigma. Ciò accade in un posto qualunque, di un paese qualunque, in una scuola qualunque di una periferia dimenticata.