Domenica 19 marzo è stata una giornata calda per la politica italiana, con una discussione accesa tra la ministra Eugenia Roccella di Fratelli d’Italia e la giornalista Lucia Annunziata durante un’intervista a Mezz’Ora in Più. La questione in discussione era il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, e Annunziata ha sottolineato che la posizione del governo su questo tema è legittima, seppur ideologica. La ministra Roccella, invece, non era d’accordo e la discussione è presto diventata animata.
La situazione è poi degenerata quando Annunziata si è lasciata sfuggire una parolaccia, cosa che ha provocato l’indignazione di molti esponenti del centrodestra.
In particolare, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ha accusato la giornalista di usare spazi del servizio pubblico in modo ideologico e di aver usato il turpiloquio per intimidire la ministra Roccella. Gasparri ha anche sottolineato la necessità di un ricambio dei vertici Rai, perché ci sarebbe un abuso costante degli spazi del servizio pubblico.
Anche i componenti in quota Lega della commissione di Vigilanza Rai hanno condannato l’atteggiamento di Annunziata, definendolo inaccettabile. Secondo loro, ci sarebbero attacchi gratuiti e faziosi da parte di giornalisti del servizio pubblico contro il governo, e questo atteggiamento non sarebbe più tollerabile.
La situazione si è quindi polarizzata tra chi difende Annunziata e chi la critica. Il presidente della commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone, ha definito ideologica, pregiudiziale e prevaricante la conduzione della giornalista, mentre il senatore del Pd Walter Verini ha difeso Annunziata, sostenendo che la parolaccia dimostra che la democrazia funziona e che chi chiede l’epurazione di giornalisti non sopporta la democrazia e il pluralismo.
In questo clima di tensione, è chiaro che la politica italiana deve fare un passo indietro e riflettere sull’importanza del ruolo dei media e sulla necessità di garantire la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione.