Anton Ciurciumel, un ragazzo di 24 anni , è morto mentre stava provando a scavalcare il muretto che separava l’abitazione della donna che aveva tentato di rapinare, da un’altra proprietà.
Stando alle ricostruzioni, il 24enne è stato colpito da Antonio Micarelli, la guardia giurata che si trovava sul posto , che gli avrebbe sparato un proiettile alla nuca, mentre tentava di fuggire. Per ulteriori chiarimenti sulla dinamica del caso, bisognerà aspettare i risultati dell’autopsia sul corpo del ragazzo, prevista per l’inizio di questa settimana.
Questi dettagli aiuteranno a capire se il 24enne sia stato colpito frontalmente o di spalle. Ciò che è certo, però, è che stesse fuggendo dalla proprietà e che non fosse armato. Per questo motivo Micarelli è attualmente indagato per omicidio volontario.
La rapina sarebbe avvenuta giovedì 6 febbraio in casa della donna che abita nell’appartamento al primo piano di via Cassia 1004 a Roma.
A quanto pare, intorno alle ore 19, la banda, composta da almeno quattro uomini, Ciurciumel compreso, è entrata nel cortile con un’auto, per poi arrampicarsi sul balcone, e entrare dalla finestra. Hanno preso in ostaggio la badante, che però non sapeva nemmeno che ci fosse una cassaforte in casa, e tantomeno conosceva il codice per aprirla.
Quando Micarelli è tornato a casa dal lavoro ha sentito i rumori provenire dall’appartamento al piano di sotto. Sembra che anche altri inquilini si fossero resi conto di quello che stava succedendo. La guardia giurata si è precipitata in cortile, con la banda che ha raggiunto la macchina.
A questo punto l’uomo avrebbe cominciato a sparare: almeno dieci colpi, molti in aria, altri all’indirizzo dei rapinatori. Che, dirà, volevano investirlo. Uno dei proiettili è stato sparato verso Anton, che è caduto dal muretto che stava cercando di scavalcare per fuggire poi molto probabilmente a piedi.Portato in ospedale al San Filipppo Neri, è morto dopo poche ore.
I carabinieri starebbero già indagando sul caso. Antonio Micarelli ha fatto sapere tramite i suoi legali, Pietro Pomanti e Valerio Orlandi, che si sarebbe trattato semplicemente di legittima difesa. Gli investigatori stanno cercando il resto della banda, riuscita a salire in auto e a fuggire subito dopo la rapina. Il 60enne, che nel comprensorio vive insieme alla moglie, adesso deve rispondere di omicidio volontario. La famiglia della vittima adesso chiede giustizia.
“Certo che ha sbagliato a commettere la rapina – queste le parole della moglie rilasciate al Corriere della Sera – Avrebbe dovuto pensare che stava correndo un pericolo. Che la legge va rispettata. Lui ha sbagliato. Lo urlo, più forte che posso. Perché mi senta il mondo. Ma non doveva morire”.
Fonte: Fanpage.it
Fonte foto: Fanpage.it