Scatta domani l’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori. La Certificazione Verde COVID-19 dovrà essere presentata in sede lavorativa per poter accedere al proprio lavoro e il datore di lavoro dovrà
verificare che i suoi dipendenti siano effettivamente provvisti di tale documento. Nessun obbligo di Green Pass a chi è esentato dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica
rilasciata secondo i criteri definiti con una circolare del ministero della Salute. Il Consiglio dei Ministri ha ha dato il via libera all’unanimità qualche giorno fa e dunque il provvedimento sarà completamente
operativo dalla giornata di domani, 15 ottobre. I sindacati, che ieri hanno avuto un incontro con il ministero del Lavoro ed il ministero della Salute, ritengono però che siano ancora «tante le questioni da
risolvere sul green pass nei luoghi di lavoro». Tra queste il tema del costo e della disponibilità dei tamponi, quello del riconoscimento dei vaccini non Ema e quello dei controlli.
Molte colf e badanti per esempio sono vaccinate con Sputnik che non è riconosciuto dalla Ue e non dà diritto al Green pass. Aziende in difficoltà a trovare sostituti, dipendenti che temono di non ricevere
in tempo la certificazione e rischiano di rimanere senza stipendio, interi settori in protesta. I primi sos arrivano dall’agricoltura e l’allarme lo lancia Coldiretti preoccupata per il
pieno svolgimento della vendemmia e per la raccolta di mele e olive. Una persona su quattro, tra lavoratori agricoli italiani e stranieri, non è vaccinata. Un grido d’allarme arriva anche dal mondo dell’autotrasporto
che chiede l’immediata sospensione dell’entrata in vigore del certificato verde per tutta la filiera. “Difficile fare stime, ma se è vero che circa il 30% dei camionisti non è vaccinato, tra
italiani e non italiani – dice la portavoce di Ruote Libere, Cinzia Franchini – il rischio di una paralisi di un settore vitale per l’economia italiana è concreto.”