Sei giornalisti Rai accusati di stalking dalla conduttrice Dania Mondini. Sono: Andrea Montanari, Filippo Gaudenzi, Costanza Crescimbeni, Marco Betello e Giuseppe Carboni. Secondo la procura di Roma, hanno causato danni professionali e psicologici a Mondini. Volevano sostituirla con un altro collega. La conduttrice Mondini è stata messa in una stanza con un collega che aveva problemi intestinali. Ha cercato aiuto dal sindacato, ma ha subito ritorsioni. Il vice Betello l’ha minacciata di farla tornare nella stanza precedente. Gaudenzi l’ha minacciata di escluderla dalla conduzione del Tg1 mattina. Betello l’ha minacciata di non lasciarle scrivere pezzi per il giornale se non accettava il nuovo ufficio. L’hanno pubblicamente per errori e demansionata. Le hanno tolto un servizio sull’economia, nonostante fosse esperta in quel campo. Le hanno offerto una promozione a condizione che lasciasse la conduzione del Tg1 mattina.
Secondo i pubblici ministeri, ci sono stati 23 episodi del genere tra il 2018 e il 2021. La giornalista ha presentato certificati medici che indicano sintomi ansiosi e una patologia cardiologica caratterizzata da fibrillazione.
Questo grave caso di stalking all’interno della Rai solleva interrogativi sulla cultura aziendale e sulla protezione dei dipendenti. È essenziale che le istituzioni e le organizzazioni si impegnino a creare ambienti di lavoro sicuri, in cui i dipendenti possano svolgere le proprie mansioni senza subire abusi o intimidazioni.
Il coraggio di Dania Mondini nel denunciare questi comportamenti inaccettabili merita ammirazione e sostegno. È fondamentale che venga garantita giustizia e che si prenda sul serio la protezione dei giornalisti e di tutti i lavoratori da qualsiasi forma di molestia.
Questo caso ci ricorda l’importanza di combattere l’abuso di potere e promuovere un ambiente lavorativo rispettoso e inclusivo. Solo attraverso un impegno costante nel contrasto a queste pratiche, potremo garantire una società in cui tutti possano esprimersi liberamente e lavorare senza timori.
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