Il presidente spagnolo Pedro Sanchez, in un’intervista rilasciata al quotidiano El Pais, ha dichiarato che è pronto a ricandidarsi nel 2027.
Nella lunga intervista ha, innanzitutto, rassicurato sulla stabilità dell’attuale esecutivo escludendo l’ipotesi di elezioni anticipate. “L’unica opzione di governabilità è quella che oggi esiste con questo esecutivo di coalizione progressista in minoranza. In sette anni abbiamo dimostrato che complessità e buon governo possono andare di pari passo” ha affermato. Ha poi affrontato il tema della Catalogna, sottolineando che indulti e amnistie sono stati strumenti di dialogo e confermando l’esistenza di “un dialogo fluido e una volontà chiara di normalizzare definitivamente la situazione politica“.
Proprio qualche settimana fa, infatti, gli indipendentisti catalani si sono chiamati fuori da un sempre più fragile accordo di coalizione. Ha accusato poi il leader conservatore Alberto Nunez Feijoo di “rendere la destra spagnola prigioniera dell’estrema destra”.
Ormai al potere da circa 7 anni, Pedro Sanchez si è distinto per una politica internazionale volta alla difesa dell’Ucraina, la critica del governo israeliano e la guida all’interno del blocco socialista europeo. Non sono mancati alcuni scandali che lo hanno coinvolto, come quando all’inizio del 2024, la Procura di Madrid ha avviato un’indagine preliminare nei confronti di sua moglie, Begoña Gómez, con l’accusa di traffico di influenze e corruzione. Il procedimento è stato poi archiviato. A partire da giugno 2025, poi, il Partido Socialista Obrero Español (PSOE) è stato al centro di ulteriori polemiche per le indagini che hanno coinvolto alcuni importanti esponenti del partito, tra cui Santos Cerdán, ex segretario organizzativo del PSOE.
Fonti: Ansa, EuNews
