Napoli, 30 ottobre – “In mattinata ho fatto visita ad un detenuto ristretto nel carcere di Secondigliano reparto SAI. Massimo 43 anni ha diversi tumori, il 12 ottobre di
quest’anno la Corte di Assise di Catania, dopo aver inviato dei medici di parte, gli concede gli arresti domiciliari nel suo comune in provincia di Catania,
autorizzandolo a lasciare la propria abitazione per recarsi ad effettuare le necessarie cure mediche, cure e terapie, e lo autorizza a lasciare il carcere senza
l’ausilio della scorta. Anche la direzione sanitaria del carcere ha dichiarato la sua incompatibilità con il carcere.
Ma stando in carcere per un altro
reato,definitivo, si attende da giorni la decisione della Magistratura di Sorveglianza di Napoli. Quindi nonostante le sue condizini di salute di Massimo siano
particolarmente gravi e incompatibili con lo stato di detenzione resta ancora in carcere,aspettando carte, e cartuscelle, direbbe Pino Daniele. I ritardi non possono
giustificare, in questi casi, sia la fisologica solitudine del momento decisionale che i tempi lunghi per la parte conoscitiva ed organizzativa per le
decisioni del magistrato. La tutela della salute e della vita dovrebbero avere una corsia preliminare. Questa la Dichiarazione di Samuele Ciambriello garante campano dei detenuti