Salute in pericolo, le cause: salti di specie, globalizzazione e una OMS soggiogata ai poteri

1 Maggio 2021 - 11:47

Salute in pericolo, le cause: salti di specie, globalizzazione e una OMS soggiogata ai poteri

Non si può scindere il concetto di salute da ambiente e alimentazione. La sintesi è rappresentata dalla “terra dei fuochi”, terreni fertilissimi inquinati da sversamenti tossici che danneggiano spesso in modo irreversibile la salute attraverso i prodotti coltivati, la carne, il latte.

La pandemia deve essere l’occasione per correggere errori tragici. Coltivare bene, allevare bene, nutrirsi meglio. Periodicamente siamo messi in gravi difficoltà, non solo sanitarie, dal cosiddetto “salto di specie”.

Virus provenienti dai polli, dai suini, il più temibile, il Covid, forse dai pipistrelli, non escludendo il gesto folle, o l’incidente di laboratorio. A rendere più rischioso il tutto, c’è la globalizzazione.

Scambi di merci, ma anche di abitudini alimentari e stili di vita. E’ una grande opportunità, bisogna evitare diventi un problema. Anche a livello sanitario. Le varianti lo stanno dimostrando. Quella indiana è di stretta attualità.

Nasce dall’altro capo del mondo, ma ormai si è capito, i virus amano viaggiare soprattutto in aereo. E’ inevitabile che ciò avvenga, non si può tornare indietro di cento anni. Bisogna però organizzarsi.

Sapere che qualsiasi emergenza sanitaria in qualsiasi parte del mondo in pochi giorni può espandersi in tutti i continenti. Il Covid ha evidenziato tutte le crepe di un sistema di controllo. L’OMS, in teoria fondamentale, in pratica reso poco efficace dagli atteggiamenti autoprotezionistici dei vari stati.

Che ad alcune latitudini non tollerano intromissioni. Non è accettabile. Lo sarebbe stato mille anni fa, oggi no. Succede anche a livello ambientale. Continui vertici costosissimi praticamente inutili.

Centinaia di burocrati che si incontrano in località amene solo per posticipare di una trentina d’anni quello che già oggi è tardivo. Almeno utilizzassero i webinar. E c’è sempre quello che si dissocia, in nome di un sovranismo ottuso e pericolosissimo.

In Brasile il presidente continua a dire che l’Amazzonia è sua e disbosca quanto vuole. Faccio lo stesso con le piante del mio terrazzo, ma probabilmente creando meno danno al Sudamerica e al mondo.

E’ un problema culturale, ma anche di persone. In alcuni settori che riguardano la vita di tutti, chi non fa bene il suo lavoro, va sostituito. Per i governi ci sono le elezioni, per altre organizzazioni le dimissioni. Non bastano le peraltro utilissime inchieste televisive seguite puntualmente dalle indignazioni. Ci vogliono le soluzioni. Magari coordinate da una Organizzazione Mondiale della Sanità più efficace.

Franco Di Stasio (presidente S.I.O.S.)