I Carabinieri di Reggio Calabria arrestano un sacerdote. L’operazione avviene in provincia di Cosenza. Un’ordinanza di custodia cautelare lo inchioda. Il Gip del Tribunale di Reggio Calabria firma il provvedimento. Il religioso affronta gravi accuse.
Il sacerdote è indiziato di violenza sessuale aggravata. La vittima è un minore. Le indagini, coordinate dalla Procura di Reggio Calabria, svelano una storia drammatica. Il Procuratore Giuseppe Lombardo guida le operazioni. I Carabinieri ricostruiscono ogni dettaglio.
Gli abusi iniziano nel 2015-2016. Avvengono in una comunità parrocchiale di Reggio Calabria. Continuano fino al 2020. La vittima, inizialmente minorenne, subisce anche dopo la maggiore età. La vicenda scuote profondamente.
La vittima, un ragazzo di 16 anni, frequenta attività pastorali. Il sacerdote organizza gli incontri. Approfitta del ruolo. Sfrutta il disagio familiare del giovane. Crea una relazione ambigua.
Inizialmente, il religioso offre attenzioni e adulazioni. Poi, la situazione degenera. Compie atti di violenza sessuale. Gli abusi avvengono in luoghi isolati della struttura ecclesiastica. La manipolazione emotiva è evidente.
Il sacerdote si presenta come “padre guida”. Usa il suo carisma. Crea soggezione nel ragazzo. Mescola momenti di liturgia con gli abusi. Dopo gli atti, impartisce benedizioni. Chiede persino “perdono” alla vittima.
La vittima vive un profondo disagio. Soffre in silenzio. Teme di ribellarsi. La soggezione verso il prete la paralizza. Perde il legame con la comunità parrocchiale. Questo contesto è cruciale per il giovane.
Le indagini dei Carabinieri chiariscono tutto. La Procura agisce con decisione. Il sacerdote finisce in carcere. La comunità è sconvolta. La giustizia ora segue il suo corso.
Fonte: Fanpage
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