Ruggero Freddi ( l’ex divo Carlo Masi) accusa Avanti un Altro di aver censurato un suo discorso

16 Maggio 2021 - 2:33

Ruggero Freddi ( l’ex divo Carlo Masi) accusa Avanti un Altro di aver censurato un suo discorso

Nei giorni scorsi, l’attore e personaggio televisivo Ruggero Freddi è finito al centro

di una polemica con la
trasmissione Avanti Un Altro… Pure di Sera, condotta da Paolo Bonolis e trasmessa

da Canale 5 domenica 9
maggio 2021. In fasi di montaggio, è stato infatti tagliato un suo piccolo saluto alla Comunità Trans, al quale
teneva parecchio per dare visibilità a persone che, molto spesso, sono invisibili agli occhi della società. Dato
il clamore che si è innescato sul web per via di questo avvenimento, abbia intervistato Freddi per capire
meglio come sono andati i fatti. Ecco cosa ci ha detto.

Salve Ruggero, parliamo di quello che è successo domenica scorsa ad “Avanti un Altro… pure di sera!”. E’
stato tagliato un suo breve intervento, che conteneva un saluto ai transessuali. Partiamo dall’inizio, ossia
dal suo arrivo nella trasmissione.
“Ok, perfetto. Sostanzialmente, quando sono arrivato lì, mi hanno chiesto in che modo avessi intenzione di
presentarmi. Ho così detto loro che mi sarebbe piaciuto fare un saluto, di venti secondi, alle persone trans.
Da lì, mi hanno spiegato che l’intervento era troppo lungo e che Avanti un Altro non era il tipo di
trasmissione che affrontava questo tipo di discorsi. Riflettendoci, ho pensato che, forse, non era del tutto
sbagliato questo ragionamento che mi hanno esplicitato e sono sceso a compromessi. Ritenendomi
abbastanza bravo a sintetizzare, ho ridotto il tutto a massimo cinque o sei secondi. Quando domenica ho
visto la trasmissione mi sono però reso conto del fatto che era stata tagliata anche quella parte, che avevo
già di per sé sintetizzato arrivando ad un accordo con loro”.

Immagino non l’abbia presa benissimo, no?
“Mi sono arrabbiato molto; ci sono rimasto veramente male. Ho partecipato ad Avanti Un Altro soprattutto
per mandare quel messaggio. Sicuramente non sono andato lì per vincere, visto che è difficilissimo. Volevo
sì divertirmi, ma senz’altro avevo come obiettivo quello di lanciare un forte messaggio all’interno di un
contenitore che, mediamente, non affronta certe tematiche. Ritenevo che parlarne lì avesse una funzione
estremamente importante, sia per chi non ha in sé la predisposizione a certi tipi di argomenti perché non
fanno parte della cultura e del percorso di vita che ha affrontato, sia per normalizzarli. In una trasmissione
pop come Avanti Un Altro ritenevo che fosse fondamentale normalizzare questi discorsi. Mandare lì un
semplice saluto significava esistere per una comunità, come quella Trans, che o è invisibile o viene
erroneamente confusa con il mondo della prostituzione. Ovviamente, contro la prostituzione non ho
assolutamente nulla, ma è un mondo completamente diverso da quello rappresentato dai Trans. Tantissime
persone transessuali non sono di certo felici di essere considerate come delle prostituite. I transessuali
sono persone che hanno fatto la loro transizione. Se parliamo di prostitute o prostituti stiamo invece
descrivendo chi fa sesso per soldi. Le due cose non devono per forza combaciare”.
Sui social ha parlato apertamente del taglio operato dalla trasmissione. A fronte di questo, mi chiedo se
la redazione si è messa in qualche modo in contatto con lei.
“Sì, mi hanno chiamato, quando sono iniziati a uscire i primi articoli, per chiarire la loro posizione, ossia che
l’intervento è stato tagliato soltanto per una questione di tempi. Ho però risposto, sottolineando che invece
avevano operato una decisione molto chiara, ossia che avevano scelto di non dare spazio a quattro o
cinque secondi di saluto alle persone transessuali, invece di tagliare tette e culi. Non ho niente nemmeno
contro questi, perché so che il Paese in questo momento difficile ha bisogno di leggerezza, ma avrebbero
potuto tagliare altro per inserire questo mio messaggio, come ad esempio il fatto che sono stato un porno
attore. E’ una cosa che mi piace dire, ma non ho la necessità di sottolinearla. Era senz’altro più importante
tramettere un messaggio sociale come quello che avevo pensato”.

E a questa ennesima sua opposizione hanno tentato di giustificarsi?

“Certamente. Mi hanno fatto presente che avevano avuto tanti concorrenti trans che si erano trovati
benissimo con loro. A quel punto, ho risposto che non ero un assiduo telespettatore del programma ma
che, comunque, sempre mantenendomi nel piano delle supposizioni, un conto era ospitare una persona
trans presentata in maniera normalissima, un altro era averla ed utilizzarla perché faceva comodo alla
dialettica della trasmissione. Ho quindi fatto presente loro che, in nome dei tanti concorrenti transessuali
che avevano partecipato, non avrebbero certamente avuto difficoltà a rispondere alle mie critiche
postando una clip dove facevano rivedere una vecchia parte del loro show in cui si evidenziava questo,
ossia i partecipanti trans che si erano trovati benissimo ad Avanti un Altro. Tuttavia, anche in questo caso,
mi è stato risposto che a me avrebbe fatto piacere questo perché avrei ricevuto pubblicità. Anche se
onestamente, ho specificato che, per rispondere alle mie critiche, non c’era certamente bisogno di
menzionare me. Bastava scrivere un messaggio del tipo ‘Avanti un Altro è la casa di tutti quanti. Siamo
contenti di avere persone di ogni genere e orientamento sessuale come concorrenti’. In questo caso il mio
nome non usciva, anche se magari chi aveva letto le critiche capiva che era una risposta a me. Non sono io
che devo insegnare loro il mestiere. Fanno televisione da 30 anni. Non serve un Pinco Pallino come me,
perché certamente non sono Pippo Baudo, per rispondere all’accusa di essere poco aperti alle tematiche
LGBT. Non c’era bisogno di parlare di Ruggero Freddi per fare una replica, che non è ancora arrivata, né a
me direttamente, né in generale su questo argomento”.
Pensa che tale replica arriverà prima o poi?
“Credo di no. Non hanno convenienza a prendere una posizione su questo argomento. Non ne hanno
alcune interesse. Non credo, sia chiaro, siano motivati da delle ragioni omofobe, ma di sicuro non hanno
alcun interesse pratico nel prendere una posizione su un argomento che potrebbe essere spinoso per la
loro trasmissione. Per questo, semplicemente, se ne fregheranno. Sinonimo del fatto che viene prima il
programma di qualsiasi altra cosa. Probabilmente, il successo di Avanti Un Altro è più importante rispetto al
suo effettivo contenuto. Ho anche pensato che magari avessi sbagliato io a introdurre l’argomento, anche
se poi ci sono stati una serie di segnali che mi hanno fatto capire che ero sulla strada giusta. Ho fatto il post
dopo 20 minuti dalla mia apparizione. Se avessero voluto rispondermi, sarebbero bastati 3 minuti, all’epoca
dei social. Non servono di certo giorni e giorni. Bastava una replica in italiano corretto o una dichiarazione
di Paolo Bonolis stesso. Invece stanno dimostrando la loro scarsa attenzione non solo alle tematiche LGBT,
ma anche ai propri telespettatori, dato che la polemica è stata ripresa anche dai giornali. Evidentemente, a
loro non interessa cosa pensa né del programma, né di loro, la gente che li segue”.
E’ davvero un peccato che il suo saluto alla comunità Trans sia stato tagliato, perché poteva trasmettere
tra le righe un messaggio importante in un programma tutto sommato giocoso.
“Penso fosse più importante mandarlo in quel contesto lì, piuttosto che in una trasmissione formata da soli
intellettuali, che in teoria sono più aperti alle discussioni di quel tipo e sono maggiormente introspettivi,
poiché passano più tempo a capire le varie tematiche. Chi guarda Avanti un Altro, magari, lo fa per passare
qualche ora con leggerezza, ma certi discorsi non li approfondisce. Anche una sola semplice frase, come
quella che ho detto io e che è stata tagliata, normalizza certe tematiche. E’ questa la cosa più importante.
La loro mancata risposta sulle mie rimostranze dimostra, come ho già detto, che loro hanno scarso
interesse sulle tematiche LGBT e per i loro telespettatori. Il taglio, a detta loro, si è reso obbligatorio per
mancanza di tempo, ma penso che se uno vuole davvero parlare delle cose, perché le ha a cuore, trova il
modo di farlo. Il saluto davvero durava 5 secondi; non faceva la differenza, proprio a livello di tempo,
lasciarlo oppure no. Potevano certamente allungare la trasmissione per quel tempo così ridotto ”.
Credo di capire che, dal suo punto di vista, Avanti un Altro non sta facendo una bella figura.
“No, non la stanno facendo. Penso che non debbano rispondere alle mie accuse, ma alla sensazione
generalizzata che loro diano poca attenzione a determinate tematiche. Soprattutto perché ci sono stati altri
episodi in cui loro hanno avuto un atteggiamento nei confronti delle persone gay un po’ bizzarro. Qualche

settimana fa, c’è stato un concorrente che si è definito ricchione per divertimento.

Una parola che doveva
essere quanto meno scoraggiata; non dovevano sgridare il concorrente, ma sicuramente

il fatto che Bonolis
l’abbia ripresa, scherzandoci sopra, non è stata una cosa carina. Ho trovata quella scena

brutta. E, nella
litigata che ho fatto con la redazione che è durata trenta minuti, ho sottolineato che l’editore avrebbe
dovuto riconsiderare il modo in cui svolge il suo lavoro. Se decidi di lasciare quel siparietto, che è orribile e
poteva essere tagliato, e non includi quel saluto mio di pochi secondi, mi fai pensare che non sia più una
casualità. Combatto per i diritti dei gay da tanti anni. Ho imparato che nella vita, quando succedono queste
cose, non è un caso, che c’è una volontà dietro, che può anche non essere così estrema e polarizzata, ma
che è comunque ben precisa. Se ci fosse stata una certa sensibilità nei confronti della comunità Trans, il mio
messaggio sarebbe passato poiché sarebbe stato ritenuto importante da lasciare. Manca, quanto meno, la
volontà di prendere una posizione netta su una tematica problematica, motivo per cui è meglio mantenersi
neutri come gli ignavi, per citare Dante, che erano considerati peggio di chi si schierava contro qualcosa
perché, in quel caso, poteva essere mosso dall’ignoranza o altre ragioni, ma non di certo dalla codardia,
come invece fa chi non prende posizione”.
Sicuramente sarebbe stato anche un modo per parlare di diritti civili, soprattutto in questo periodo dove
si discute parecchio sull’approvazione del DDL Zan.
“Certo. E’ una fase storica importante, dove aspettiamo il passaggio al Senato del DDL Zan. Sarà un
momento storico per i diritti LGBT; proprio in questo momento, episodi di questo genere assumono un
significato molto più profondo”.

La storia di Ruggero Freddi, da pornodivo a prof universitario

Ruggero Freddi fino a qualche tempo fa era un pornodivo, oggi è uno fra i professori più stimati dell’Università La Sapienza di Roma

Da pornodivo a prof universitario, la storia di Ruggero Freddi è davvero particolare e racconta come nella vita tutto può succedere. Questo 41enne romano insegna Analisi I all’Università La Sapienza, ma qualche tempo fa si faceva chiamare Carlo Masi, viveva a San Francisco ed era una star nelle pellicole hard gay. Fisico da culturista – 1 metro e 76 per 95 kg – e un sorriso che conquista, qualche anno fa Ruggero ha deciso di cambiare vita, è tornato in Italia ed oggi è co-docente presso la Facoltà di Ingegneria clinica di Roma.

Dopo il diploma all’istituto tecnico aveva ottenuto ben tre lauree: una in Ingegneria informatica con la votazione di 103 e due in matematica, entrambe con un bel 110 e lode. La sua carriera nel mondo del porno era iniziata nel 2004, quando aveva 28 anni e si era trasferito negli Stati Uniti, a scoprire il suo passato sono stati alcuni studenti, dopo che il prof aveva postato sulla propria pagina Facebook un video in cui si allenava in palestra. I ragazzi, a quanto pare, l’hanno presa piuttosto bene e, anche dopo la scoperta, hanno continuato a trattarlo con grande rispetto e ammirazione.

“Nessuno  mi ha mai fatto domande che non fossero scientifiche – ha svelato Ruggero Freddi -. Mi prendono tutti sul serio, com’è giusto, perché sono molto preparato. Mi danno del lei. Di solito mi presento così: “Voi non conoscete la matematica, io nemmeno, ragioniamoci insieme”. I ragazzi sono gentili, aperti e curiosi di un professore così strano”.

Solamente una volta il professore – “tutto muscoli e tutto cervello” così come è stato ribattezzato – si è sentito in imbarazzo: “Ero alla mia prima lezione, mi ero messo un pullover, e sotto una t-shirt aderente – ha raccontato -. Faceva caldo, mi sono tolto il maglione e ho sentito un coro di”ohh”. Ho un corpo massiccio, impossibile nasconderlo. Sul momento ne sono rimasto lusingato, poi ho capito che ci perdevo in rispettabilità e da allora metto giacca e camicia”.

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