Don Ignazio Gadaleta, 38 anni, della chiesa di San Michele Arcangelo di Ruvo di Puglia (Bari), lancia un appello sul suo profilo Facebook per mettere in
guardia la popolazione da un soggetto che si aggirava per le parrocchie di Ruvo di Puglia ed è riuscito a commettere un furto nella sua. Sui social, il parroco ha
pubblicato anche il video del colpo che ha fruttato 900 euro, somma che era custodita nel cassetto della scrivania della sacrestia. Nel breve filmato del
furto pubblicato dal parroco, in poco più di un minuto, si vede un uomo distinto, vestito di scuro, con un borsello a tracolla, che entra nella stanza mentre parla o
finge di parlare al cellulare. Il ladro cammina su e giù per la sacrestia, si avvicina dopo un po’ alla scrivania, apre il cassetto, acciuffa qualcosa, lo richiude e
va via. “Non si è reso conto che quanto ha rubato, sarebbe servito per aiutare gli ultimi della comunità e per le tante spese ordinarie e straordinarie”,
ha affermato il prete, invitando “chiunque” lo conosca a “rivolgersi alle forze dell’ordine”. In chiesa è appena finita una messa e ne sta per iniziare un’altra.
“C’era molta confusione e io sono stato imprudente: avrei dovuto chiudere la porta a chiave”, ha poi ammesso don Ignazio, con tono più pacato. “Ho subito
sporto denuncia ai carabinieri a cui, naturalmente ho consegnato il filmato. L’ho guardato più volte ma non so chi sia quell’uomo”, ha aggiunto il parroco,
che ha postato sui social i frame senza oscurare il volto di chi ha portato via il malloppo. “L’ho fatto per mettere in guardia, per sensibilizzare chiunque lo
riconosca a fare attenzione”, ha voluto spiegare. I carabinieri stanno effettuando le indagini e pare che il responsabile del furto non sia inserito nei database delle forze dell’ordine.
“Mi dispiace che questa persona non si sia resa conto che quanto ha rubato sarebbe servito per aiutare gli ultimi della comunità oltre che per le tante spese
ordinarie e straordinarie”, conclude con rammarico. “La cosa che più mi dispiace è che il furto che abbiamo subito ha conseguenze sui bisogni di chi
vive in condizioni di fragilità sociale ed economica. Vorrei che l’autore lo capisse e che possa redimersi”, ha aggiunto don Ignazio. Fonte Tgcom24.