Artista poliedrico, Roberto Carnevale con naturalezza e velocità, cambia personaggio “disegnando” con voce e mimica, le storie con uno stile inconfondibile e battute irresistibili. Il comico e attore di Zelig coinvolge con i suoi sketch una platea o il pubblico televisivo che ride e si diverte in quei racconti, a volte, surreali altre volte intrisi di pura quotidianità. Un talento made in italy che abbiamo raggiunto per un’intervista esclusiva…
La tua passione per la recitazione?
Fin da piccolo dicevo: “ Non voglio fare il calciatore ma l’attore!” Diciamo che forse era
scritto già nel mio destino. La scelta di lasciare Torino e il desiderio di andare fare l’animatore
di un villaggio, qui iniziai a fare il cabarettista davanti a 150 persone. Il capoanimatore colpito dalla
mia performance dopo 20 giorni mi fece esibire in villaggio davanti ad una platea di 1200 persone.
Andai a Milano, studiai per quattro anni in una delle scuole piu’ importanti della città, vinsi due borse di studio.
E da qui inizio la mia avventura nel meraviglioso mondo dello spettacolo.
Zelig, un cult. I tuoi ricordi?
Zelig è stato per me gioie e dolori. Ero felicissimo di essere stato scelto.
Però avevo perso il mio punto di riferimento, mia madre. Nel periodo in cui l’ho fatto io,
ricordo che c’erano dei comici molto bravi. La vera comicità cabarettista nasce a Zelig,
la madre della comicità, mentre quella teatrale credo che sia in ognuno di noi.
Qual è il tuo modello come attore?
Sono un caratterista- tragico-comico che lavora di pancia, istintivo. Sono un comico grottesco.
Sono una razza un po’ a sé. Un misto tra Verdone e Sordi ecco.
Progetti attuali?
Tantissimi ma tutti fermi per ora. Di tv per il momento nulla. Preferisco fare i live, non voglio fare televisione,
voglio fare la televisione non tanto per stare in tv. Anche se da molto lavoro. Il live mi da piu’ gioia.
C’è in programma un progetto nelle sale Poker e durante la serata live io dovrei essere in teoria l’artista, il presentatore e il direttore artistico.
La tv la vedi? Che ne pensi?
La tv non la vedo. Troppa finzione. La tv è finzione. Ma non può essere tutta finzione.
Gli attori devono essere veri. Devono far vivere la realtà nel programma. Io credo che gli attori
bravi sono quelli generosi, no quelli con il talento. Sicuramente il talento ti porta lontano e al successo,
ma secondo il mio punto di vista gli attori generosi sono quelli che lasciano il segno. Io mi ci ritrovo piu’ nella prima categoria.
Ph. Filippo Bolzonella