Il settore della ristorazione e dell’enogastronomia in Italia sta attraversando un momento di difficoltà. Nonostante ci siano ancora 140.000 posti di lavoro disponibili, molti dipendenti hanno deciso di abbandonare la professione per trovare lavoro in settori ritenuti più sicuri e con orari più regolari.
Secondo Aldo Cursano, vicepresidente della Fipe Confcommercio, il settore della ristorazione e dell’enogastronomia conta oggi circa 800.000 dipendenti, ma il 30% delle imprese fatica a trovare personale a causa della mancanza di candidati qualificati, mentre il 13,8% dei candidati non è adeguato alle richieste delle imprese.
Le figure più ricercate sono il cameriere di sala, i cuochi e gli aiuto cuochi, i banconieri di bar e di gelateria. Tuttavia, per essere considerati per queste posizioni, si richiede solitamente un’esperienza pregressa nel settore.
Cursano spiega che la Fipe offre contratti che possono costare all’azienda 20 euro lordi all’ora per un operaio, ma ci sono anche contratti che prevedono stipendi più bassi e senza diritti, scatti o permessi. Tuttavia, applicando il giusto contratto, da apprendisti a operai, è possibile avere stipendi dignitosi, con un apprendista che guadagna circa 1.200 euro al mese, un operaio tra 1.400 e 1.500 euro al mese, e un quarto livello che può guadagnare tra 1.400 e 1.500 euro netti su 15 mensilità.
Cursano sostiene inoltre che la riforma del reddito di cittadinanza proposta dal governo Meloni potrebbe aiutare il settore, ma che la crisi occupazionale non dipende solo da questo. Secondo lui, molti dipendenti hanno abbandonato il settore per trovare lavoro altrove, anche se crede che la ristorazione e l’enogastronomia rimangono comunque professioni creative e “cool”.
Infine, Cursano annuncia un roadshow tra le principali città italiane per mettere in contatto le scuole alberghiere e dell’enogastronomia, le agenzie di somministrazione, i giovani e i datori di lavoro, con l’obiettivo di trovare nuovi candidati qualificati e far crescere il settore.
Fonte: Open