Rientrate in Italia le salme dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci

24 Febbraio 2021 - 8:32

Rientrate in Italia le salme dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci

All’aeroporto militare di Ciampino a Roma è atterrato l’aereo di Stato con a bordo i feretri dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio

Iacovacci. Ad attenderli il premier Mario Draghi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Assente per un’indisposizione il

presidente Mattarella. Il diplomatico e il militare italiani sono stati uccisi in un attacco diretto a un convoglio Onu, in Congo. Sull’aereo viaggiava anche la

moglie dell’ambasciatore insieme alle loro tre figliolette, che con lui vivevano a Kinshasa, e alcuni dei congiunti del carabiniere, che erano partiti

appositamente da Sonnino (Latina) per assolvere a questo compito doloroso. Mercoledì dovrebbero essere svolte le autopsie sui corpi dei nostri

connazionali. Sono invece previsti per giovedì mattina a Roma i funerali di Stato. Le esequie si terranno nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Le salme

saranno poi trasferite nei Comuni di residenza, Limbiate (Monza-Brianza) per Attanasio e Sonnino (Latina) per Iacovacci. Il ministro Di Maio: “L’Italia

piange due servitori dello Stato, Il nostro Paese non vi dimenticherà mai. Onore all’ambasciatore Luca Attanasio e a Vittorio Iacovacci”. Intanto la Procura di

Roma ha aperto un fascicolo di indagine, al momento contro ignoti, per sequestro di persona con finalità di terrorismo in relazione all’attacco. Il procuratore capo

di Roma Michele Prestipino, titolare del fascicolo (la Procura capitolina è titolare per i reati commessi all’estero che hanno come vittime i cittadini italiani) ha

delegato le indagini ai carabinieri del Ros. Un gruppo di investigatori del Ros si recherà a Kinshasa per prendere parte alle indagini insieme con gli investigatori

locali. Il ministero dell’Interno della Repubblica democratica del Congo riferisce che le autorità provinciali del Nord Kivu non erano al corrente della

presenza dell’ambasciatore sul loro territorio e non hanno quindi potuto assicurare la sua sicurezza. “I servizi di sicurezza e le autorità provinciali non

hanno potuto né assicurare misure particolari di sicurezza del convoglio, né accorrere in aiuto, in mancanza d’informazioni sulla sua presenza in questa parte del paese nota come

instabile e in preda a certi gruppi armati ribelli, nazionali e stranieri”, si legge in un comunicato del vice primo ministro dell’Interno, citato dal sito congolese Actualité.Cd.“

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