Si parla di almeno 10mila casi che riguardano il virus West Nile, e i numeri continuano a crescere. A destare timore è anche l’imprevedibilità di questo virus, che viene diffuso dalle comuni zanzare Culex.
Finora si contano nove morti, quattro dei quali in Campania. I casi confermati, secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, sono 31, concentrati soprattutto tra Lazio e Campania. Le
infezioni segnalate e confermate sono però molto aumentate in pochi giorni, con due nuovi casi registrati anche in Lombardia nelle ultime ore: una donna di 38 anni a Milano e una di 66 a Pavia, quest’ultima ricoverata. Altri due casi positivi sono in
Campania, uno in gravi condizioni, mentre a L’Aquila ci sono accertamenti su un caso sospetto. L’imprevedibilità della diffusione rendono cruciali restano sorveglianza e monitoraggio. “Se ci saranno più infezioni –
afferma Federico Gobbi, direttore del dipartimento di Malattie infettive e tropicali e Microbiologia dell’Irccs ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar – aumenteranno inevitabilmente sia i casi
gravi di neuro-encefalite sia i decessi”. Attivata dalla Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) la rete di ospedali sentinella per il monitoraggio del virus, in seguito ai recenti
focolai in diverse aree del Paese. Una struttura capillare e affidabile, assicura il presidente Fiaso Giovanni Migliore, “che ha già dimostrato la sua efficacia durante la pandemia da Covid-19”. Intanto, secondo
l’Istituto superiore di sanità sono 89 i casi confermati ufficialmente nel 2025: erano 32 nel precedente bollettino pubblicato settimana scorsa. Tra i casi confermati dall’inizio della sorveglianza al 30 luglio,
40 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 1 Lombardia, 3 Veneto, 1 Emilia-Romagna, 23 Lazio, 10 Campania), 2 casi asintomatici identificati in donatori di sangue (1 Veneto, 1 Campania),
46 casi di febbre (1 Lombardia, 5 Veneto, 35 Lazio, 4 Campania, 1 Sardegna) e 1 caso asintomatico (1 Campania). Faro puntato sulle donazioni di sangue nelle province in cui è stata certificata la presenza del virus,
dove si eseguono ora test specifici sulle sacche. Nei territori dove il virus non è rilevato, se non è prevista l’esecuzione del test, il donatore deve astenersi per 28 giorni se ha soggiornato in aree a rischio.
Le istituzioni invitano alla calma, con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che assicura che “non c’è emergenza” anche se “preoccupa l’incapacità dei dirigenti del ministero della
Salute”, e il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia Mario Melazzini che parla di una situazione “assolutamente sotto controllo”. La maggioranza dei quali asintomatici, in base a un calcolo effettuato
sulla base dei decessi segnalati nel 2025. Le previsioni dicono che il picco dei casi si vedrà dopo Ferragosto. Fonte Tgcom24.