Un dossier anonimo contro Sigfrido Ranucci, con accuse di ricatti sessuali e di mobbing all’interno della redazione di Report: il caso è stato sollevato in commissione di Vigilanza da Davide Faraone (IV), appoggiato da Andrea Ruggeri (FI) durante l’audizione dell’ad
Rai Carlo Fuortes, che ha spiegato di non avere “agli atti nessun tipo di denuncia formale o informale”, ma si è impegnato a fare chiarezza sulla vicenda.
La questione – a quanto si apprende – sarebbe ora all’attenzione dell’Audit di Viale Mazzini che dovrà valutare se avviare un’indagine interna, ma intanto Ranucci fa sapere che sul dossier, che circola da luglio, ha già “presentato denuncia alla procura della Repubblica
del 5 agosto”.
E la redazione di Report fa quadrato attorno al conduttore.
“Non possiamo tacere sul fango che sta circolando sul programma a cui collaboriamo da anni, alcune e alcuni di noi da decenni”, si legge nel lungo post Facebook della squadra del programma di inchieste di Rai3, intitolato ‘A difesa della nostra professionalità’.
“Consideriamo ridicole e offensive le parole riportate in pubblico tratte da una lettera anonima che mettono in discussione la professionalità di colleghi e colleghe. Ci spiace constatare che queste calunnie abbiano trovato eco all’interno dell’Organo di Vigilanza sul
Servizio pubblico radiotelevisivo, in una interrogazione che getta ombre sulla correttezza dell’intero nostro lavoro. Da quando è iniziata la sua storia, quasi 25 anni fa, Report ha sempre avuto una sola linea: trovare e approfondire le notizie, verificarle oltre ogni
ragionevole dubbio e renderle pubbliche perché questo è il dovere di ogni giornalista. Ci dispiace ancora di più che le principali vittime di questa vicenda siano le colleghe che lavorano in redazione e realizzano le inchieste, con grande professionalità, passione per il
lavoro giornalistico e serietà indiscussa. E ci colpisce che se ne parli solo ora, per stessa ammissione di alcuni membri della commissione, diversi mesi dopo la circolazione del testo anonimo e non quando a suo tempo ricevuto, questo proprio a ridosso della Giornata
internazionale contro la violenza sulle donne”.
“A respingere al mittente le accuse di inchieste pretestuose – sottolinea ancora la redazione – basta la storia degli attacchi giudiziari ricevuti da Report, che ha sempre dimostrato l’inattaccabilità dei suoi servizi e delle sue croniste e cronisti. Ci sembra di assistere a
un copione troppo spesso, in passato, già letto e subìto da colleghe e colleghi che davano fastidio. Quando il lavoro d’inchiesta è inattaccabile, si tenta di colpire sul personale. Evidentemente il lavoro dell’intera redazione dà fastidio a troppi”.
Pd e Fi contro Report: “Spaccia tesi No Vax e No Green Pass, la Rai chiarisca”. Ranucci: “Noi pro vaccini, ma liberi di raccontare le criticità”
che piaccia o no”
definisco i deputati Pd. Mentre Andrea Ruggieri, membro azzurro della commissione di Vigilanza, parla di “lagna qualunquista“. Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, replica: “Sono stufo di queste
accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti no vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto i
l servizio”. Poi il Pd si affretta ad ammorbidire la sua posizione: “I parlamentari in Commissione di Vigilanza hanno espresso il timore per la diffusione della propaganda no-vax. Questa preoccupazione –
spiegano fonti del Nazareno – non vuole ledere in nulla l’autonomia dei giornalisti e la libertà editoriale di cui è giusto che godano le testate del servizio pubblico”.
I parlamentari Pd chiedono al presidente e all’amministratore delegato della Rai, Marinella Soldi e Carlo Fuortes, insieme al direttore di Rai 3 Franco Di Mare, “se fossero a conoscenza dei contenuti
del servizio, se ne avessero avallato la diffusione, quali iniziativa intendono mettere in campo per ristabilire un livello corretto e veritiero di informazione sui vaccini anti Covid, sul lavoro del Comitato
Tecnico Scientifico e sulle decisioni assunte dal Parlamento e dal governo a tutela della salute pubblica dall’avvio dell’epidemia di Covid e fino ad oggi”. Secondo i dem, infatti, il servizio di Report è “un
episodio molto grave di disinformazione su una rete del servizio pubblico radiotelevisivo, tanto più discutibile perché avvenuto proprio mentre operatori sanitari, giornalisti ed esponenti delle istituzioni
sono obiettivo di manifestazioni No Vax e No Green Pass, spesso violente, che si alimentano proprio delle falsità contenute e diffuse dal servizio di Report“.
Altrettanto dure le accuse di Ruggieri (Forza Italia): “Mi spiace perché Report è la seguitissima trasmissione di un’azienda che dovrebbe esaltare il progresso scientifico e i suoi benefici anziché offrire
argomenti agli scettici verso la bontà del vaccino, e perché è un po’ come se qualcuno dicesse che medici, infermieri e altri professionisti abbiano tratto profitto dalla pandemia grazie ai molti straordinari
retribuiti nell’emergenza sanitaria scatenata dal Coronavirus”. “Sarebbe ingeneroso verso chi ha risolto un problema di tutti, anche di chi non si vuole vaccinare, e profonde sforzi (tanto il personale sanitario,
quanto le case farmaceutiche) che la collettività retribuisce giustamente e volentieri”, conclude il deputato berlusconiano.
Gli attacchi di Renzi – E alle accuse si uniscono anche i deputati di Italia Viva, Raffaella Paita e Marco Di Maio, sulla scia di quanto ha dichiarato dal loro leader Matteo Renzi, che ha preso la palla al balzo
per criticare un altro servizio che riguardava i suoi viaggi. “In queste ore ricevo l’ennesimo attacco di Report – ha scritto Renzi – Non il primo, non l’ultimo. Per giudicare questa trasmissione mi bastano queste
parole del conduttore Ranucci ieri: la terza dose è il business delle case farmaceutiche. Il vaccino non è un business, il vaccino per me è la salvezza dal coronavirus”. “Report non fa servizio pubblico, tutto qui”,
l’attacco di Renzi.
La replica di Ranucci – “È da no vax dire che il 9 settembre Aifa si è sbagliata a scegliere con troppa fretta di iniettare il vaccino Moderna a dose intera quando la stessa azienda Moderna sei giorni prima
aveva raccomandato metà dose?. È da no vax chiedere che venga fatto il tampone più frequentemente agli infermieri che rischiano di contagiarsi perché cala l’efficacia del vaccino? È da no vax chiedere
di sorvegliare con attenzione gli anticorpi per fare prevenzione?”. Sono le domande che si pone retoricamente il conduttore Ranucci, contattato dall’Ansa dopo le accuse arrivate dai parlamentari Pd e Fi.
“L’inchiesta – prosegue – aveva come ospiti scienziati del calibro dei membri del Fda e ha portato come esempio virtuoso Israele che ha già vaccinato il 65% della popolazione studiando il comportamento degli
anticorpi, mentre da noi non c’è traccia di uno studio dell’Iss annunciato un anno fa. Solo il laboratorio del Niguarda di Milano sta facendo uno studio volontario”. Ranucci precisa, inoltre, che “Report è da
sempre a favore del vaccino come migliore prevenzione, ma un fatto non ha colorazioni no vax. È un fatto punto, che piaccia o no”. “Cercare di nascondere degli errori è il miglior modo di alimentare chi
non crede nel vaccino”, aggiunge il conduttore di Report. Che poi sottolinea come nella conclusione della puntata “semmai c’era un messaggio etico: pensiamo anche a vaccinare chi nel terzo mondo non ha
neppure la prima dose”.
La nota di Usigrai – “Da Report un rigoroso, serio e documentato lavoro giornalistico d’inchiesta come richiede il miglior Servizio Pubblico. Nessuna tesi no-vax, nessun cedimento a teorie anti-
scientifiche”, sottolineano l’esecutivo Usigrai e il cdr della Direzione editoriale offerta informativa. “Il sindacato – aggiunge ancora – difende il meticoloso lavoro dei colleghi e di tutta la redazione di Report,
guidata da Sigfrido Ranucci, precisando (come ha ricordato lo stesso conduttore alle agenzie di stampa dettagliando l’infondatezza di ogni accusa mossa) che raccontare le criticità del sistema dei vaccini non
significa affatto schierarsi contro ma, come era ripetutamente sottolineato, farle emergere per migliorarlo e renderlo più efficace e solido nella lotta contro il Covid. Il lavoro di Report è pertanto in linea con
la missione d’inchiesta che accompagna da sempre la trasmissione in tutti i temi affrontati, compresa la pandemia da Covid dal suo inizio, facendo emergere la provenienza delle tesi complottiste sulla sua
origine e il ‘sistema di diffusione’ di queste tesi antiscientifiche organizzato tramite social”, conclude la nota.