Sono solo alcuni dei dati illustrati da Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, a margine della presentazione del volume sui numeri del cancro in Italia. Nel caso dei morti vaccinati, l’età media e il
numero di patologie sono molto più alti rispetto al periodo pandemico prima dell’avvento dei vaccini. I deceduti tra i non vaccinati sono 23 volte di più dei deceduti tra coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi.
I deceduti per Covid-19 con ciclo vaccinale completo sono ‘iperfragili’, con un’età media più alta sui non vaccinati (85,5 contro 78,3) e un numero medio di patologie significativamente più alto (5,0 contro 3,9 pre-esistenti).
Lo afferma un approfondimento del report periodico Iss sui decessi pubblicato oggi e basato su 671 cartelle cliniche dall’1 febbraio al 5 ottobre 2021. Nel periodo considerato, sono 38.096 i decessi
Sars-CoV-2 positivi di cui 33.620 in coloro senza alcuna dose e 1.440 vaccinati con ciclo completo (3,7% di tutti i decessi Covid positivi avvenuti nel periodo). Per quanto riguarda le caratteristiche
demografiche dei deceduti il report descrive le caratteristiche di 130.468 pazienti deceduti e positivi a Sars-CoV-2 in Italia dall’inizio della sorveglianza al 5 ottobre 2021 riportati dalla Sorveglianza
Integrata Covid-19 coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). L’età media dei pazienti deceduti e positivi a Sars-CoV-2 è 80 anni (mediana 82, range 0-109). Le donne decedute sono 56.792 (43,5%).
Solo nella fascia di età maggiore di 90 anni il numero di decessi di sesso femminile è superiore a quelli di sesso maschile, dato da mettere in relazione al fatto che la popolazione in questa fascia è costituita per circa il 72% da donne.
Complessivamente, le donne decedute dopo aver contratto infezione da Sars-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane si 85 anni per le donne e 80 per gli uomini). Al 5 ottobre 2021 sono
1.601, dei 130.468 (1,2%), i pazienti deceduti Sars-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 399 di questi avevano meno di 40 anni (245 uomini e 154 donne con età compresa tra 0 e 39 anni).
L’analisi delle caratteristiche dei deceduti per Covid, spiega l’Istituto superiore di sanità, «indica che la presenza di cardiopatie (cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco), di demenza e di
cancro si è dimostrata più alta nel campione di vaccinati». Dai risultati osservati, sottolinea Graziano Onder, direttore del dipartimento di Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Iss
«è possibile ipotizzare che i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’ infezione da Sars-CoV-2 e alle sue complicanze pur
essendo stati vaccinati. Queste persone molto fragili e con una ridotta risposta immunitaria, sono quelle che possono maggiormente beneficiare di una ampia copertura vaccinale dell’intera popolazione in
quanto ciò riduce ulteriormente il rischio di infezione. Ridurre la circolazione del virus è il miglior modo per proteggerli». Per farlo al meglio dobbiamo aumentare la copertura vaccinale, soprattutto
nelle fasce di popolazione più fragili e avanti negli anni, riducendo gli effetti gravi della malattia e il carico per i servizi sanitari». Lo ha detto il presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, a
margine della presentazione dl volume sui numeri del cancro «per il Sars-Cov-2 l’immunità di gregge non si intende come azzeramento della circolazione». «L’obiettivo è la massima copertura vaccinale per
mantenere al minimo la circolazione del virus SarsCoV2. Siamo in una fase positiva per il controllo della circolazione, e l’obiettivo è convivere con questo virus.