“Sono oramai passati più di 6 mesi da quando il nome di Stefano Caldoro e’ stato messo in un frullatore che poi e’ impazzito. All’epoca Berlusconi, come spesso gli capita, spiazzo’ tutti e fece un annuncio irrituale. Ma lui, si sa, e’ fatto cosi’. E non lo puoi cambiare. Salvini reagi’ bocciando la proposta del vecchio Cavaliere e da allora il clima non e’ mutato. Anzi, e’ solo peggiorato. Il leader leghista pero’ un nome “nuovo” non l’ha mai pronunciato”.
Lo dichiara in una nota Amedeo Laboccetta (ex Deputato di Napoli del Pdl, storico esponente della Destra partenopea, Presidente di Polo Sud).
“Nel frattempo in FI campana e’ scoppiata da mesi quella che un tempo sarebbe stata definita una guerra per bande, ma che oggi va registrato come un declino di una forza politica che una volta tutti riconoscevano come la roccaforte Berlusconiana. Sembra trascorso un secolo da quando nella mia terra FI guidata dal buon Nicola Cosentino non perdeva un colpo e vinceva ogni competizione”.
“Confesso che non mi piace Salvini quando, facendone quasi un fatto personale, chiede la testa di Caldoro senza neppur proporre un vero cambio di passo. Sicuramente l’ex governatore non scalda i cuori, ha un passo troppo felpato, ma la politica seppur spietata e cinica dei nostri tempi deve comunque avere sempre un’anima e non puo’ distruggere le persone solo per piantare una bandierina”.
“E questo lo dice uno, come il sottoscritto, che non e’ stato mai amico o sponsor di Stefano Caldoro. Si sa bene che avrei preferito Gennaro Sangiuliano. Mi auguro che Giorgia Meloni che come me viene da una grande storia di Destra, mai rinnegata, convinca in queste ore Salvini a togliere un veto odioso e ad personam”.