Il governo si appesta a riformare il reddito di cittadinanza: pare che la misura voluta dal movimento 5 Stelle per dare sostegno e lavoro non abbia funzionato come sperato e potrebbe essere “sdoppiato”.
Proprio dal Ministro degli Esteri, Luigi di Maio, giunge ora una nuova direttiva da imprimere alla misura voluta da lui due anni fa. Se nel 2019, però, Di Maio aveva parlato del reddito di cittadinanza come il “mezzo per sconfiggere la povertà ora il Ministro la pensa diversamente.
“Credo che sia opportuno ripensare alcuni meccanismi. Separando nettamente gli strumenti di lotta alla povertà dai sostegni al reddito in mancanza di occupazione.
Già in più di una occasione ho ribadito la necessità di affinare lo strumento del reddito di cittadinanza, motivando i percettori a svolgere lavori socialmente utili” dichiara lo stesso Di Maio alla testata Il Foglio.
Al momento le proposte d’intervento sono diverse e confuse ma quel che è certo però è che l’aiuto verrà modificato.
In particolare il reddito di cittadinanza dovrebbe restare invariato per quei beneficiari non in grado di lavorare e continuerebbe a essere erogato così com’è.
Per coloro, invece, che possono essere occupati l’importo potrebbe essere ridimensionato e verrebbe dato loro un sussidio su misura, un reddito di cittadinanza con importo più basso e che non si chiamerebbe neanche più così.
Come incentivo, inoltre, si prevede che quando un beneficiario inizia a lavorare, continui a ricevere per un determinato periodo circa la metà del sussidio a cui aveva diritto precedentemente.