Ragazzo aggredito e ridotto in fin di vita a Milano, parlano i genitori degli aggressori: “Non avrei mai pensato a tutto ciò”

21 Novembre 2025 - 9:57

Ragazzo aggredito e ridotto in fin di vita a Milano, parlano i genitori degli aggressori: “Non avrei mai pensato a tutto ciò”

Le famiglie dei giovani coinvolti nell’aggressione ai danni di un 22enne a Milano stanno vivendo momenti di smarrimento e profonda sofferenza.

L’episodio, che ha lasciato la vittima ricoverata da un mese e con il timore concreto di riportare danni permanenti, ha suscitato shock e sconforto tra i genitori dei cinque ragazzi — due maggiorenni e tre minorenni — ora indagati per tentato omicidio aggravato e rapina.
A Monza, dove risiedono i nuclei familiari dei giovani, prevalgono incredulità e un pesante senso di responsabilità. Le testimonianze raccolte parlano di un contesto fino a ieri percepito come ordinario, fatto di lavoratori e professionisti che oggi si trovano travolti dalle conseguenze di un’inchiesta così grave.
La madre di uno dei ragazzi, intervistata dal Corriere della Sera, ha dichiarato: «Non avrei mai pensato che mio figlio uscisse armato di un coltello». Uno dei due diciottenni arrestati ha invece ammesso: «Non ci rendevamo conto della gravità».

Il giovane, accusato di aver svolto il ruolo di palo e ora detenuto a San Vittore a Milano, ha incontrato in carcere l’avvocata Elena Patrucchi. A lei avrebbe confidato che «nessuno di noi aveva realmente capito la serietà di ciò che stava accadendo». L’avvocata ha spiegato che il ragazzo «ha ripetuto più volte di essere rimasto a distanza, convinto che si trattasse solo di una rissa. Quando ha appreso, solo in seguito, dell’uso del coltello, è rimasto sconvolto».


Saranno i due diciottenni — il presunto “palo” e il giovane che avrebbe materialmente inferto le due coltellate — a comparire venerdì davanti al gip e al pm a San Vittore. Sempre venerdì si terranno anche gli interrogatori di garanzia, davanti al gip del Tribunale per i minorenni, dei tre diciassettenni rinchiusi al Beccaria.
Tutti sono accusati di aver colpito il 22enne con calci e pugni anche mentre si trovava inerme a terra. Per ciascuno dei cinque l’imputazione è di tentato omicidio: quattro di loro per concorso morale, poiché avrebbero rafforzato la decisione dell’aggressore armato.
Il gip, nei provvedimenti, sottolinea come durante l’episodio i ragazzi ridessero e commentassero che la vittima sarebbe rimasta «paralizzata» o che auspicavano che morisse, mostrando un’«ilarità» che rivela, secondo il giudice, una «disumana indifferenza».

Parte delle famiglie racconta di aver scoperto nei figli un lato che non immaginava esistesse. Altri ringraziano le forze dell’ordine sperando che l’arresto possa rappresentare un punto di svolta. È il caso del padre di uno dei minorenni che, riferisce la Repubblica, all’ingresso del Beccaria ha ringraziato gli agenti dicendo: «Fate bene a portarlo via, forse capirà».
Dal fronte della vittima emergono invece soltanto parole di dolore e timore per il futuro.

fonte: tgcom24

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