Prendere un animale domestico non è una decisione facile. Serve tempo, cura e organizzazione per le vacanze. Ma ora esiste Moflin, un robot peloso simile a un criceto. Non mangia, non esce, e richiede solo qualche coccola per funzionare.
Moflin rappresenta l’evoluzione del mercato dei robot domestici. Prima erano solo giocattoli. Oggi, grazie all’intelligenza artificiale, diventano sempre più simili agli animali veri. Questo affascina ma al tempo stesso inquieta.
Erina Ichikawa di Casio descrive Moflin come un compagno emotivo. “Costruisce relazioni umane, proprio come un animale vivente,” spiega. Moflin ha emozioni, bisogni e comunica il suo stato d’animo: può essere ansioso, felice o stanco.
Il nome “Moflin” deriva da mofu mofu, una parola giapponese che indica qualcosa di soffice. Costa circa 300 dollari e funziona tramite un’app. Dopo aver scelto un nome, il robot riconosce la voce del proprietario e sviluppa una personalità entro 50 giorni.
I robot domestici hanno radici lontane. Nel 1940, Westinghouse creò Sparko, un cane metallico. Fu un fallimento. Successivamente, nel 1998, arrivarono Furby e Aibo, che conquistarono il mercato. Ma il Tamagotchi è forse il simbolo più famoso di questa evoluzione.
Con l’intelligenza artificiale, i robot diventano sempre più complessi. Non sono più solo giocattoli, ma veri strumenti di interazione. Moflin potrebbe aprire nuovi mercati, superando il semplice intrattenimento.
In Giappone, i robot aiutano già le persone. Nelle case di cura, migliorano i sintomi di chi soffre di demenza. Studi dimostrano che riducono l’ansia e persino l’uso di medicinali.
Ichikawa vede un futuro più ampio per Moflin. Oggi è un animale domestico, ma domani potrebbe trovare posto negli ospedali e nelle case di cura.
Fonte: Fanpage
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