Giulia Cecchettin, 22 anni, era una ragazza di grande responsabilità, concentrata e appassionata. Sognava di diventare illustratrice, leggeva Jane Austen e amava le cose del passato. La notte del 11 novembre 2023, uscì per l’ultima volta dalla casa di famiglia a Vigonovo, in provincia di Venezia. Non sapeva che quella sera avrebbe incontrato la morte. Gino Cecchettin racconta qualche retroscena sulla questione.
Il suo assassino era Filippo Turetta, il suo ex fidanzato, con cui aveva avuto una relazione difficile e tormentata. Lui la invitò a cena, forse per tentare un riavvicinamento. Lei accettò, forse per chiudere definitivamente. Ma lui non accettò il rifiuto e la uccise. Poi la caricò in macchina e guidò per chilometri, finché non abbandonò il suo corpo nei pressi del lago di Barcis, in Friuli.
Il padre di Giulia, Gino Cecchettin, non sospettava nulla. Quel sabato aveva pranzato con sua figlia, poi lei era andata in camera sua. Lui le aveva chiesto che cosa avrebbe fatto dopo e lei gli aveva risposto che forse non sarebbe tornata a cena. Lui non le aveva chiesto più nulla, fidandosi di lei. “Era una ragazza di grande responsabilità, che non aveva mai dato un problema, concentrata”, dice lui in un’intervista al Corriere della Sera.
Gino Cecchettin non sapeva delle tensioni tra Giulia e Filippo. Non sapeva che lei aveva paura di lui, che lui la minacciava, che lei aveva chiesto aiuto a una psicologa. Ma neanche che lui l’aveva già aggredita una volta, lasciandole dei lividi sul collo. Non sapeva poi che lui era un uomo violento, geloso e possessivo, che non sopportava di perderla.
Quella sera, Gino si addormentò sul divano, aspettando di andare a prendere il figlio Davide in centro. Si svegliò alle undici e trequarti e vide che Giulia non c’era. Ma non si preoccupò, pensando che fosse normale per il sabato sera. Le mandò un messaggio per correggere un errore nella sua tesi di laurea, ma non ricevette risposta. Solo la mattina dopo capì che qualcosa non andava. E da allora iniziò il suo incubo.
Gino ricorda Giulia come la figlia ideale, la coordinatrice della casa, la ragazza che si occupava degli altri. La sua compagna, dopo la morte della moglie Monica, avvenuta tre anni prima per un tumore. La sua confidente, con cui parlava dei suoi sogni e delle sue passioni. Era lei la sua gioia, che lo abbracciava e lo rassicurava. “Le dissi che la vita va vissuta inseguendo le proprie passioni e che ero certo sarebbe diventata la migliore illustratrice del globo. Fu contenta e mi abbracciò”, racconta.
Ora Gino vive in quella casa, dove i suoi tre figli sono cresciuti insieme, ma dove adesso di fatto resta solo Davide. Elena, la maggiore, è a Vienna, dove studia medicina. Giulia non c’è più. “Ma ce la caveremo. I miei ragazzi sono forti. Elena ha ignorato gli assurdi attacchi che ha ricevuto, ma si è sentita riscaldata dall’immensa ondata di coscienza civile e di affetto che le sue parole hanno determinato nel Paese”, dice Gino, riferendosi al discorso che Elena ha tenuto al funerale di Giulia, in cui ha denunciato la violenza di genere e la cultura dello stupro.
Gino spera che la morte di Giulia non sia stata invano, che serva a sensibilizzare l’opinione pubblica e a prevenire altri femminicidi. Spera che la giustizia faccia il suo corso e che Filippo Turetta paghi per il suo crimine. Spera di trovare la forza di andare avanti, per onorare la memoria di sua figlia. “Giulia era la luce della mia vita. Ora è la stella più luminosa del cielo”, dice.
Fonte: Fanpage
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