Proposta di Ilaria Capua: usiamo i cinema vuoti per somministrare il vaccino contro il Covid

22 Novembre 2020 - 8:18

Proposta di Ilaria Capua: usiamo i cinema vuoti per somministrare il vaccino contro il Covid

L’annuncio è stato fatto anche in Italia. A fine gennaio 3,4 milioni di dosi di vaccino saranno disponibili e poi altri milioni seguiranno. E così abbiamo fatto il primo passo. Volendo essere super ottimisti si potranno vedere i primi soggetti immuni in giro per i primi di marzo. Avere un vaccino che funzioni e che esista in quantità sufficiente da coprire le fasce di popolazione prioritarie è già moltissimo ma è requisito unico ed essenziale affinché si inizi un lungo percorso. Oltre al problema non marginale dei no-vax, ci sarà da affrontare quello dei negazionisti che invece è nuovo e temo molto più complesso. Ma adesso è urgente che si comprenda che stiamo per intraprendere — e non solo in Italia — la più grande e complicata campagna di vaccinazione mai affrontata dal genere umano.

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Gli esperti sono concordi: l’uso del vaccino sarà uno degli strumenti che accelereranno l’uscita da questo fenomeno pandemico e quindi dobbiamo essere efficaci ed arrivare all’obiettivo nei tempi prestabiliti. Cioè dobbiamo immunizzare il prima possibile alcune categorie di persone tra cui gli operatori sanitari ed i lavoratori essenziali, le persone a rischio di sviluppare la forma grave.
Si parla molto oggi della stabilità dei vaccini e della loro conservazione che sono due snodi cruciali in questo processo erculeo che di certo non si compirà senza polemiche aspre ed incidenti di percorso anche bizzarri. Quello che sappiamo di certo è che un vaccino mal conservato o che non ha rispettato la catena del freddo potrebbe essere inefficace. Esiste quindi un problema reale di distribuzione e stoccaggio a basse temperature con delle notevoli complessità logistiche, nel senso che per trasportare, stoccare e gestire i vaccini a basse o bassissime temperature ci serve una infrastruttura che attualmente non esiste in nessun paese.
Vieppiù. Potrebbe verificarsi che a causa dell’urgenza alcuni di questi vaccini verranno commercializzati in confezioni multi-dose. Quindi, di balzo sorprendente torniamo indietro di decenni a come si faceva nell’epoca antecedente alle siringhe-già-pronte-monodose. Un tempo — non tanto lontano — da un flacone di vaccino si vaccinavano molti bambini. Se ciò fosse confermato, questo significherebbe che da una unica fiala o confezione di vaccino scongelato bisognerà vaccinare più persone lo stesso giorno, e che di conseguenza bisognerà gestire il flusso di quelle persone in maniera distanziata e che permetta anche il disbrigo di alcune formalità. Mi sembra chiaro che bisognerà allestire dei presidi per gestire le operazioni di vaccinazione e che bisognerà pensarci per tempo.
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In un’ottica di ottimizzazione delle risorse e con lo spirito di sostenere uno dei settori che più hanno sofferto e che più soffriranno nei mesi a venire si potrebbe trovare una convergenza insperata. Quella di far incontrare virtuosamente due settori sostanzialmente disgiunti paralleli ed indipendenti: quello della sanità pubblica e quello dell’intrattenimento. In onore e in memoria delle donne e degli uomini di spettacolo che sono volati via, perché non esplorare un piano di distribuzione e somministrazione del vaccino che sfrutti i cinema ed i teatri oggi vuoti che — a pensarci bene — risulterebbero particolarmente funzionali a questo tipo di attività. Sono in perdita, ed è difficile che riprendano a lavorare finché la situazione dei contagi non sarà sotto controllo.
Vi è già una modalità di ingresso controllata con percorso a senso unico fino all’uscita. C’è l’elettricità sufficiente per un congelatore a -70° ed altra strumentazione, ci sono i servizi, ci sono le vie di fuga. I vaccinandi potrebbero sedersi secondo uno schema che rispetti il distanziamento, e nel frattempo agli operatori sanitari risulterebbe più agevole fare il loro lavoro, appunto sfruttando una situazione ordinata di gestione delle operazioni.
Questi «CineVax» potrebbero anche poi essere usati per il recupero delle vaccinazioni pediatriche che sono saltate a causa dell’emergenza. Magari chissà, con un po’ di tecnologia si potrebbe riuscire anche a mostrare un cortometraggio o ascoltare della musica per rendere questo passaggio molto complicato ed inquietante un po’ più «indolore».

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