India, Murat, Sophia Loren, l’altro Eduardo e Fellini: questo e molto altro propone la IX edizione del Procida Film Festival, in programma sull’isola di Graziella dal 22 al
25 settembre. “Mantenendo fede alla formula originaria della rassegna fondata da Fabrizio Borgogna – sottolinea il direttore artistico Francesco Bellofatto –
quest’anno abbiamo voluto ampliare i nostri orizzonti scegliendo l’India come Paese ospite, che ha puntato sulla la nostra rassegna per il lancio del progetto
Bollywood-Italia 2022, destinato a costruire una forte sinergia con una delle più importanti cinematografie mondiali, interessata a scegliere i nostri territori
come location per le loro produzioni”.
E ancora, attesi ospiti di rilievo per parlare dei protagonisti del cinema italiano, il più bello del mondo, come ha
recentemente dichiarato alla Mostra di Venezia il ministro della Cultura Dario Franceschini.
La rassegna, che si avvale del prestigioso
Comitato scientifico con Luigi Mascilli Migliorini e Guido Trombetti, è realizzata sotto l’egida della Regione Campania e della FCRC, e rientra fra le principali
manifestazioni italiane ad aver sottoscritto il primo documento per la ripartenza del settore culturale agli Stati Generali del Cinema indetti dal Giffoni Film Festival.
Oltre alla selezione degli oltre 500 cortometraggi e documentari provenienti da 67 Paesi, il Procida Film Festival dedica quest’anno la retrospettiva ‘isolana’ a
“Fuoco su di me” di Lamberto Lambertini. Non mancherà la sezione ‘Procida per il Sociale’, con il coraggioso ‘Lotta per la vita’, scritto da Cristian Boragine per la
regia di Nando De Maio, interpretato da Salvatore Misticone. Per le anteprime atteso Andrea Renzi, protagonista di ‘I
o, nel gioco delle seduzioni’ di Vito Zagarrio, tratto dal romanzo di Lidia Ravera.
“Procida ha con il cinema un legame
straordinario – aggiunge Francesco Borgogna, presidente del Festival -: è infatti la seconda località della Campania, dopo Napoli, per numero di location di
produzioni internazionali negli ultimi 70 anni. Credo che una grande Capitale della Cultura debba molto alla ‘settima arte’ e ad una rassegna che da quasi dieci anni si
dedica con passione a farla conoscere nel mondo. Dimenticarlo – conclude Borgogna -, significa privare l’isola di quella parte importante che ha fatto conoscere nel mondo la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni e la sua grande bellezza”.