Fare attenzione, ma non c’è da allarmarsi”. Il virus di West Nile può colpire tutti indistintamente, perché tutti veniamo punti dalle zanzare. I pazienti fragili possono riscontrare sintomi più gravi e conseguenze
più serie. Ci sono delle zone d’Italia con una maggiore concentrazione di zanzare, come ad esempio la Pianura padana e quella pontina, dove appunto si sono registrati i due casi autoctoni nel Lazio.
Gli sbalzi di temperatura, il caldo e la pioggia favoriscono la proliferazione delle zanzare. Il virus di West Nile fa parte della famiglia degli arbovirus, ossia di virus che si trasmettono all’uomo tramite gli insetti.
Nello specifico attraverso la puntura della zanzara comune Culex pipiens, infettata da animali selvatici in particolar modo gli uccelli, tramite le migrazioni, oppure i cavalli. Nella maggioranza dei casi non c’è
da preoccuparsi Nel Lazio e precisamente a Latina, due perone, senza fare senza fare viaggi in Africa, hanno contratto il virus di West Nile ossia del Nilo Occidentale. Miriam Lichtner, professoressa di Malattie Infettive
all’Università La Sapienza di Roma è stata intervistata da fanpage.it che rassicura: “I sintomi sono molto blandi, simili al raffreddore o all’influenza o la presenza del virus è asintomatica.
I sintomi più preoccupanti rientrano nelle sindromi neurologiche acute e sono mal di testa che non passa, associato a febbre elevata, tremori, sonnolenza e confusione: possono essere dei campanelli d’allarme ai
quali fare attenzione. In questi casi bisogna rivolgersi al medico di base. Prendersi cura del proprio ambiente domestico e delle terrazze, evitando il proliferare delle zanzare come ad esempio non usare i
sottovasi ed evitare ristagni d’acqua, dove depongono le uova e usare larvicidi nei giardini. Ciò che dev’essere fatto a livello di sorveglianza e che è già operativo riguarda i controlli sugli animali selvatici e sui vettori
del virus: vengono infatti catturate zanzare periodicamente e analizzate per verificare se c’è il virus. Non c’è una cura specifica per il virus di West Nile, se non una terapia di supporto, che prevede sostenere il paziente
con liquidi, contenere la febbre con farmaci antinfiammatori, antipiretici e monitorarne lo stato di salute per evitare eventuali complicanze e la diffusione dei casi. Fonte Fanpage.it.